Cara prof, Ci sarebbe veramente tanto da dire su quanto lei sia stata importante nella mia vita e in quella di tanti altri studenti… Se non fossimo in piena emergenza sanitaria le avremmo organizzato un gran funerale, sono sicura che saremmo stati in così tanti a volerle dare un ultimo saluto che il Duomo non ci avrebbe contenuti tutti! Prof, adesso che non la vedrò più nei corridoi durante le mie visite al Romagnosi, cercherò di ricordarla sempre con il sorriso, quel bellissimo sorriso accogliente e tranquillizzante con cui entrava in classe. Penserò a quello di una mattina in particolare. Correva l’anno 2012, novembre, pioggia per le strade, giovedì mattina, prima ora. Eravamo una prima liceo terrorizzata dalla prima interrogazione di latino e, mentre lei interrogava i volontari del giorno, avevamo tutti sotto il De bello Gallico. Ovviamente, prof, lei se ne accorse subito che qualcosa non andava, ma continuò ad interrogare. Finita l’interrogazione, anziché fare lezione, spense la lim e si appoggiò alla cattedra della vecchia aula d’arte, poi, sorridendo, ci disse: “Ragazzi, lo so che le prime interrogazioni di latino spaventano, però parliamone un attimo insieme. Mettiamo, nel peggiore dei casi, che oggi veniate interrogati e non sappiate nulla. Cosa succede? Ve lo dico io, ragazzi: non succede niente. Siamo ad inizio anno, avrete tanto tempo e tante occasioni per recuperare. Se anche oggi andasse male, sono sicura che rimedierete. Se volete, potete usare questi ultimi minuti di lezione per ripassare, però, per favore, non siate in ansia per un’interrogazione”. Nessuno ci aveva mai detto delle parole così tranquillizzanti, così belle. Vede prof, ne ho tanti altri di ricordi su di lei: le sue bellissime lezioni, le spiegazioni prima della gita, la maturità… ma questo è il più bello. Voglio ricordarla così prof, come la grande prof di storia dell’arte che oltre a trasmetterci tanto sapere ci ha insegnato anche come approcciarci alla vita e alle nostre paure. Buon viaggio prof. Sara