Vialli e Mihajlovic
Venerdì 16 dicembre: Sinisa Mihajlovic muore all’età di 53 anni, stroncato dalla leucemia dopo alcuni anni di terapie pesanti e patimenti. E’ stato una bandiera della nazionale serba ed un pilastro del calcio italiano. Roma, Lazio, Inter, ma soprattutto Sampdoria: quante squadre hanno vinto molte coppe grazie ai suoi goal! Per questo era noto a tutti con il soprannome di “Tirapunizioni”. Poi ha vinto nuove sfide come allenatore: Fiorentina, Torino, Milan e ancora Sampdoria hanno partecipato a competizioni internazionali di prestigio, come la Champions League.
Sinisa ha saputo dedicare la sua vita al calcio, senza mai trascurare la propria famiglia e mostrando forza e dignità nel dolore.
Venerdì 6 gennaio 2022: a ventun giorni di distanza dalla scomparsa di Mihajlovic, dopo lunghe cure e sofferenze, muore Gianluca Vialli, anch’egli stroncato da un male incurabile. In questo caso è ancora più difficile esprimersi, la mancanza è incolmabile: era un atleta italiano, che ci ha fatto sognare con le sue prodezze in nazionale durante i Mondiali del 1994 e 1998.
Era un campione ammirato da più generazioni, un uomo vero. Era amato da tutti: uomini e donne, sportivi e non. Era sempre gentile ed allegro, si riteneva “fortunato” nonostante la malattia. Finché ha avuto forze, ha anche aiutato il prossimo, collaborando con un’associazione per combattere la SLA.
Purtroppo non ha potuto realizzare il suo grande desiderio di padre: portare all’altare le due amatissime figlie.
Sinisa e Gianluca: hanno affrontato con forza le loro malattie, hanno combattuto con il sorriso, per dare coraggio a tante persone nelle loro stesse condizioni. Non bisogna ricordare solo le loro imprese sportive; bisogna soprattutto considerarli un esempio morale: davanti alle disgrazie della vita siamo tutti vulnerabili, vip e persone comuni. Quindi il modello positivo di un personaggio famoso ed ammirato può aiutare gli altri a reagire.