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Tragedia sul confine

Data di pubblicazione: 20/01/2022                                                        Scritto da: Maria Chiara Priolo e Letizia Adorni

In questi ultimi mesi molte persone, provenienti soprattutto dal Medio Oriente, si sono sentite costrette a migrare, con lo scopo di raggiungere l’Unione Europea. Spesso, infatti, nel loro Stato natale non hanno prospettive di futuro. Purtroppo queste persone sono state tratte in inganno da Polonia e Bielorussia; queste ultime hanno promesso loro che li avrebbero accolti, però le loro dichiarazioni si sono svelate ingannevoli e migliaia di esseri umani, fino a poco prima carichi di speranza, si sono ritrovati intrappolati in un recinto di filo spinato. Per tutti costoro, dopo aver visto le loro vite essere usate come armi politiche, le possibilità di un nuovo inizio sono crollate. Difatti nessuno dei due paesi è disposto ad accoglierli e si sono ritrovati bloccati nei boschi al gelo. E’ appunto per questo che, nonostante alcune differenze politiche, Bielorussia e Russia sono alleate contro un rivale in comune: l’Unione Europea. Questi scontri di tipo politico toccano particolarmente la questione dei profughi: la Polonia, membro dell’UE, concede pochissimi asili politici agli stranieri. Lo Stato Polacco, nel caso in cui permettesse ai migranti di attraversare il proprio territorio anche solo per raggiungere il resto dell’Europa, dovrebbe prendersi carico della gestione della documentazione, e un profugo è costretto a chiedere rifugio allo Stato alla cui frontiera sono state prese le impronte digitali. Nasce, quindi, una “partita di ping pong” a spese di queste persone, in cui Polonia e Bielorussia si scambiano responsabilità e accuse. Non abbiamo tante notizie riguardo le condizioni dei migranti poiché è difficile per i giornalisti avvicinarsi al confine circondato dalla polizia e soprattutto, una volta raggiunto, restarci per osservare cosa accade.

Alcune informazioni ci vengono comunque riportate: ad esempio sappiamo che i migranti sono stati ospitati in centri profughi e in tendopoli solamente dopo sedici giorni passati al gelo. Per placare le urla ed i pianti dei bambini sofferenti, molti anche neonati, questi vengono costantemente imbottiti di calmanti. L’Unione Europea ha stanziato 700mila euro per l’acquisto di viveri, materiali di primo soccorso e coperte. Inoltre alcuni contadini locali provano ad offrire un aiuto lasciando fuori dalle porte delle loro case cibo e acqua successivamente raccolti e portati al confine da volontari. Queste loro azioni comportano molti rischi, tra cui pesanti multe o addirittura il carcere. Purtroppo gli aiuti non sono sufficienti, infatti molti sono i morti, uno dei casi più terribili ed agghiaccianti riguarda un bambino di solamente un anno deceduto a causa delle temperature estremamente basse. La Polonia non ha intenzione di giungere a compromessi, anzi ha confermato le sue intenzioni, dando inizio alla costruzione di un muro per difendere i suoi confini. Questa potrebbe essere l’ennesima barriera che ostacola i diritti umani ai confini dell’UE, che ne dovrebbe essere una paladina.

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20/01/2022|Categorie: Eureka|Tag: , |