Robbie Coltrane: Ricordo del “Custode dei luoghi magici”
Data: 21 Ottobre 2022
Tag: Cultura, Riflessioni
Di: Arianna Briganti
C’è qualcosa di strano nell’aria di questo Ottobre, non perché siamo in piena “spooky season” e le spaventose decorazioni compaiono a frotte nelle vetrine, è una sensazione malinconica, di mancanza. Proprio in questo periodo, che sembrava volesse andare meglio dopo una estate quasi normale, molte stelle sono scomparse dal firmamento. Sono state tutte persone con incredibili doni, in grado di costruirsi una strada e lo hanno fatto magnificamente.
Proprio qualche giorno fa, uno di quei pochi attori che rimarranno per sempre impressi nei ricordi dei bambini e dei loro bambini a venire, ci ha lasciati con improvvisa precocità. Avrebbe avuto ancora abbastanza anni da vivere, Robbie Coltrane, che a 72 anni se n’è andato all’ospedale di Larbert, in Scozia. Combatteva già da qualche anno contro una maligna osteoartrosi, eppure sembra ieri che lo vedevo comparire con la stessa luce negli occhi di quando ero piccolina, a raccontare i momenti dietro le quinte alla Hogwarts Reunion.
Devo ammetterlo, fu uno dei personaggi del quale imparai subito il nome, infatti la prima volta che in tv comparve la sua imponente figura, provai una sensazione di fiducia, come se già lo conoscessi e nonostante avessi letto prima il libro, fui sorpresa e felice di rivedere in Robbie tutti gli attributi di Hagrid sia nella bravura come interprete, che come persona positivamente affine al personaggio, semplice e solare. Come molti dei suoi colleghi hanno ribadito e confermato nei loro amorevoli messaggi d’addio sui social, Robbie era una persona deliziosa, sempre sorridente e col senso dell’umorismo, che gli ha permesso proprio all’inizio della sua carriera di sfondare nella stand-up comedy.
J.K. Rowling ( l’autrice della saga di HP) ha raccontato che non ci sono mai state altre scelte di cast per impersonare il gentile guardiacaccia di Hogwarts, Rubeus Hagrid. È forse grazie all’interpretazione di Hagrid che Coltrane rimarrà un attore simbolo, come quell’amico dal cuore gigante che vorremmo sempre avere a fianco, senza il quale
“Hogwarts non esiste”.
Addio Robbie, Addio Hagrid, fai buon viaggio.
Dopo che la fitta foschia cominciò a dissolversi, un paesaggio argenteo e rilucente si delineò davanti ad esso. Il mezzo gigante si ordinò la ispida chioma per permettere maggiore visibilità ai grandi occhi scuri, un tempo vigili e attenti. Procedette di uno o due piedi appena per mettere a fuoco il luogo surreale nel quale si trovava, mistico e allo stesso tempo più inquietante di tutti i sobborghi di Nocturn Alley, dove risiedevano i soliti farabutti commercianti di stranezze esotiche. In realtà non era spaventato, ma piuttosto incuriosito e stregato da quella presenza lanuginosa e fulgida che avvolgeva un apparente campo d’erba come altri.
Hagrid avvertiva ora una certa familiarità guardandosi intorno e riconobbe il retro del giardino della sua capanna, si trovava sotto l’albero dove aveva portato Fierobecco alla prima lezione da insegnante di Cura delle Creature Magiche , dove Malfoy aveva ricevuto un bel colpo dall’ippogrifo e dove Harry aveva imparato a volare. Era tutto così immutato ma così diverso…
“Hagrid, non è un po’ prestino per una passeggiata? Non v’è neanche ancora un principio di alba”
“Professor Silente signore! E’ veramente lei?”
“A quanto pare se mi riconosci vuol dire che sono io” gli suggerì il canuto mago con gli occhialetti a mezzaluna posati sulla sua colossale figura.
“Professore è veramente una gioia rivederla, ma non ho capito cosa intende con quello che ha detto, a me sembra pieno giorno”
“Tutto qui sembra quello che non è o che potrebbe essere, e hai ragione… questa luce infastidisce un tantino, ma ciò a cui volevo davvero far riferimento è la tua inaspettata visita in questo regno, sei sicuro di essere pronto a lasciare Hogwarts per sempre?”
Il gigante allora si guardò i palmi delle mani, sporche ancora di terriccio che qualche giorno fa aveva concepito delle nuove cerulee primule nell’orto del castello.
“Silente, signore, nessuno è mai davvero pronto, quando se n’è andato lei, per esempio, abbiamo dovuto resistere alla sofferenza improvvisa e al vuoto che si prendeva i suoi ricordi più preziosi, ma in fin dei conti, ho fatto quello che mi ha chiesto, non in qualità di suo dipendente e custode di Hogwarts, ma come suo amico che le ha giurato fedeltà: ho protetto la scuola e gli studenti, e ho protetto Harry per i suoi genitori. Credo che…ehm… il mio compito sia terminato”.
E quando disse il nome di “Harry” gli occhi gli si inumidirono affettuosamente. Silente trovò in quell’istante due modi per guardare Hagrid: si riempì di compassione e profonda tristezza per la partenza di un vero eroe e di una colonna portante di Hogwarts, ma in cuore, senti quel piacevole calore nell’aver di nuovo accanto a sé il suo caro amico. E scacciando i pensieri negativi con un battito delle palpebre aggiunse: “Va bene allora, sei arrivato giusto in tempo per aiutare Severus con un distillato scalda-acqua per i babbani. Seguimi”.
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