PoV: sei l’umorismo della generazione Z
Data: 9 Novembre 2022
Tag: Attualità, Riflessioni
Di: Irene Arneodo
Perchè l’umorismo della generazione Z è così strano? Esistono davvero persone che trovano queste immagini, apparentemente prive di senso, in qualche modo divertenti? Chi è questa Gen Z? Non è solo il titolo di qualche film sugli Zombie?
Se ti è capitato, nel tentativo di spiegare un meme ai tuoi genitori, di fallire nell’intento, rendendoti conto che neanche tu sai esattamente cosa lo renda divertente, questo articolo è dedicato a te.
Se invece sei il genitore che, visibilmente confuso, chiede al proprio figlio di chi sia quel gatto nella foto, questo articolo può esserti ugualmente utile.
Essendo io stessa parte della famigerata Gen Z, proverò qui a fornirvi una guida al suo assurdo, incompreso e incomprensibile umorismo.
Ma, prima di farci largo tra i meandri più inesplorati del web con lo scopo di scovare la formula che ci permetta di comprendere appieno anche il più dank tra i dank meme di reddit, ecco una definizione di cosa s’intende per Generazione Z, per coloro tra i nostri lettori che sono così boomer da non saperlo: i membri della Generazione Z, altresì detti Zoomers, sono tutti coloro che, nati tra 1995 e il 2012 circa, hanno avuto sin dalla nascita accesso a dispositivi elettronici e connessione a internet in qualsiasi momento.
Tanti tipi di ironia
Per analizzare, comprendere e apprezzare appieno l’umorismo della generazione Z è necessario innanzitutto una spiegazione sull’utilizzo
dell’ironia e sui diversi esistenti tipi della suddetta. Vediamo se riuscirò a rendere noioso un articolo che parla letteralmente di umorismo. Essenzialmente possiamo individuare quattro livelli di ironia: sincerità, sarcasmo, post-ironia e meta-ironia.
Nella sincerità troviamo zero livelli di ironia, ovvero: non c’è ironia. Qualsiasi sia il contenuto, esso viene trasmesso in maniera diretta e veritiera.
Nell’ironia/sarcasmo troviamo invece un livello di ironia: il reale significato viene espresso sotto le spoglie dell’opposto di sé stesso. Questo tipo di ironia online trova più utilizzo tra boomers, fa un po’ meme dei minions su facebook e per questo la generazione Z non ne fa amplissimo uso nella creazione dei propri meme.
Passiamo ora ad una più complessa forma di ironia: la post-ironia ha due livelli di ironia, può essere definita un “ritorno all’ironia”. Infatti chi utilizza questo tipo di ironia parte in sincerità, poi si addentra nell’ironia inducendo le persone a pensare che la verità sia in effetti l’opposto di ciò che sta dicendo, per poi ritornare al punto originale, riguardo al quale era effettivamente sincero. Quindi concretamente si tratta di un’affermazione veritiera sotto le mentite spoglie di affermazione ironica (quindi espressa in tono sarcastico): questo è lo scopo della battuta.
Infine, la più complessa tra le forme di ironia e anche la preferita della generazione Z: la meta-ironia. Nella meta-ironia troviamo talmente tanti livelli di ironia che non è possibile determinare chiaramente se chi parla sia ironico o sincero, a tal punto che sorge il dubbio se l’oratore stesso sia sicuro di ciò che pensa: la confusione che ne consegue è essa stessa lo scopo della battuta.
Se ha questo punto siete un po’ confusi, non preoccupatevi: anch’io la ero inizialmente. Finchè non ho trovato questo commento estremamente sofisticato sotto un video di YouTube al riguardo.
Meta-ironia e meme di Schrödinger
L’unicità dell’umorismo della generazione Z sta nel suo uso della post ironia (pur già adottata dai millennials in meme iconici come quello di spongebob) ma anche soprattutto della meta-ironia.
Infatti, nonostante la post-ironia sia molto amata dagli Zoomers, ciò che li distingue davvero dalle generazioni precedenti è la meta-ironia e il modo in cui questa rende la fonte (e quindi il creatore) di un prodotto comico inseparabile dal prodotto stesso secondo un concetto noto come ‘meme di Schrödinger’: è necessario conoscere l’origine del prodotto comico per capire se l’umorismo è ironico o sincero.
In questo modo l’ironia non è nel contenuto stesso, ma nella sua fonte.
Certo, è bello se ti piace qualcosa quando è popolare, ma sai cos’è ancora più bello? Aspettare fin quando ha completamente lasciato la mente di chiunque, per poi godersi il medesimo contenuto, ma ironicamente.
Similmente al concetto di film che sono così brutti da essere belli, apprezzare un contenuto riconoscendo che è terribile e prendendolo in giro fingendo che ti piaccia, prendendo in giro anche le persone a cui fa genuinamente ridere (non ironicamente), è di per sé divertente.
Questo concetto si può applicare a video, meme, tormentoni, persino musica e permette che contenuti ormai obsoleti ricevano una seconda vita sotto le spoglie di apprezzamento ironico, essendo così poco divertenti e così poco popolari da tornare divertenti, ma ironicamente.
A volte il fatto che la battuta non abbia senso e non sia divertente è esso stesso ciò che la rende divertente.
Per esempio, se un boomer posta su facebook qualcosa che non è affatto divertente, ad esempio un meme dei minion, il suddetto ha zero livelli di ironia, in quanto la persona che l’ha postato è genuinamente convinta che sia esilarante. Questo contesto rende il meme cringe. Tuttavia se una pagina di dank meme dovesse postare esattamente lo stesso meme, avrebbe dai due ai quattro livelli di ironia e tornerebbe divertente per le generazioni più giovani, essendo il suo scopo non quello di ridere genuinamente della battuta, bensì quello di prendersi gioco delle persone (in questo caso i boomer) che trovano sinceramente
(e non ironicamente) divertente il meme in questione, considerato invece cringe dai fruitori e dai creatori della pagina.
Non è raro oggi trovare creatori che basano interi account su personaggi inventati per prendere in giro determinate categorie di persone che pubblicherebbero quegli stessi contenuti ma non ironicamente.
La saturazione di contenuti
Essendo, come dicevamo, nati con accesso illimitato a internet in qualsiasi momento, i membri della generazione Z convivono quotidianamente con un’esagerata quantità di contenuti, spesso molto simili tra loro, a loro disposizione. Questo ha condotto ad una saturazione di contenuti che ha avuto effetti sullo sviluppo dell’umorismo di questa generazione.
Quando un tuo amico fa una battuta è divertente la prima volta che la senti, poi magari è divertente la seconda volta che fate riferimento a quella battuta, ma immagina se un mucchio di persone di cui non ti importa particolarmente arrivassero e cominciassero tutti a ripetere la stessa identica battuta all’infinito.
Questo è esattamente il principio di internet.
Quando qualcuno pubblica un nuovo meme, se questo funziona, un milione di persone riposteranno in continuazione lo stesso meme con lievi modifiche.
Questa sovraesposizione alle battute porta appunto a una saturazione, che rende il ciclo di vita di una battuta molto più corto. Per questo motivo trend che hanno solo pochi mesi sembrano essere usciti da secoli.
Perciò, in questo contesto, è altamente apprezzata l’unicità che, in molti casi, sfocia in una vera e propria assurdità.
Arte assurda in tempi assurdi
Tra una pandemia, una risurrezione globale dei fascismi e un apocalittico cambiamento climatico, molti membri della generazione Z hanno avuto l’impressione di essere nati alla fine dei tempi.
Dando uno sguardo nel passato, negli anni Venti del Secolo scorso, un periodo in cui eventi diversi hanno causato nella gente un simile sentore, è nata la corrente d’arte conosciuta come Dadaismo.
L’arte assurdista tende a fiorire in tempi di crisi e similmente al 1920, stiamo oggi subendo calamità che percepiamo come potenzialmente apocalittiche.
Quando la realtà è troppo dolorosa, tendiamo ad abbracciare l’irrealtà. La generazione Z, essendo nata con accesso illimitato a qualsiasi mezzo di informazione, sopraffatta dall’assurdità del mondo, ha semplicemente abbracciato l’assurdo, creando qualcosa come un meme per aumentare l’assurdità. L’esistenza della creazione è essa stessa divertente, anche se la cosa in sé non la è. Questo spiega la nascita di meme che non hanno altro significato se non quello di non avere significato: meme che sono divertenti in quanto tali, non in quanto provvisti di un’effettiva punchline.
Insomma: più è assurdo e inaspettato, meglio è. Talvolta talmente assurdo da diventare dark.
Dark humor & nichilismo
Molti considerano il nichilismo un aspetto fondamentale dell’umorismo della generazione Z.
Nonostante i primi ad avere questo approccio nel proprio umorismo siano stati i millennials, c’è una differenza fondamentale tra il loro nichilismo e quello della generazione Z. Mentre i meme dei millennials suggeriscono un’assoluta assenza di speranza verso il futuro e riguardano principalmente problemi personali, come non riuscire a comprare una casa o trovare un lavoro, i membri della generazione Z scherzano su enormi tragedie che colpiscono molte persone a cuor leggero, come se si trattasse di una conversazione come un’altra, all’ordine del giorno.
Prendiamo per esempio il trend di tiktok sulle sparatorie delle scuole con il suono di ‘sweet caroline’, o i meme sulla terza guerra mondiale, in reazione all’ordine di Trump di uccidere il maggiore generale dell’Iran nel 2020.
Penso che siano due le ragioni principali per cui la generazione Z agisce in questo modo.
La prima è che questa generazione è nata in un mondo nel quale tutti questi eventi terribili (come il 9/11 o la crisi finanziaria del 2008) erano già successi, o comunque stavano succedendo. Essendo continuamente collegati a nuove fonti di informazione su scala globale e leggendo giorno dopo giorno notizie drammatiche sulle sorti dell’umanità, si sono trovati sopraffatti da centinaia di articoli che dichiarano, per le ragioni più disparate, che la terra è destinata a morire in un certo numero di anni e che è delle nuove generazioni la responsabilità di salvare il pianeta. Cercare di trovare una risata in queste situazioni è quindi un meccanismo di autodifesa per far fronte a tutto ciò.
Inoltre la connessione senza precedenti che hanno modo di stabilire gli uni con gli altri grazie alle nuove tecnologie permette loro simultaneamente di creare questo umorismo dark e di comprendere al contempo che nessuno di loro intende alcun male, ma che si tratta solo di condividere l’ansia e la paura. Citando Kevin Detmar: “Appare ora che il 9/11 e la conseguente ‘guerra al terrore’ potrebbero avere scosso l’ironia fuori dal pigro cinismo nel quale si era stabilita e, anzichè renderla obsoleta, ha reso la critica ironica più urgente che mai”.
La seconda ragione è che forse la generazione Z non ha ancora perso totalmente la speranza nel creare un mondo migliore. In generale infatti i suoi membri sono molto politicamente attivi e interessati ad un cambiamento sociale: vanno alle proteste, pubblicano petizioni come fossero quotidiani e fanno attivismo online.
Quindi tutte queste battute deprimenti sono in realtà innanzitutto un prendere coscienza ed essere consapevoli dei problemi esistenti. Secondariamente, al contrario dei millennials che hanno assistito a un mondo, un tempo migliore, andare in rovina, tali rovine sono tutto ciò che la generazione Z ha mai conosciuto. Conseguentemente hanno ancora un barlume di speranza in un futuro migliore: credono che lo stato attuale non sia lo stato finale.
La tragedia e la commedia hanno entrambe a che fare con conflitti e difficoltà, ma ciò che le differenzia è come tale conflitto è gestito e risolto, e la generazione Z ha ancora fede in una possibile soluzione ad almeno alcuni dei problemi in questione.
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