Novak Djokovic
Data di pubblicazione: 17/01/2022
Scritto da: Elena Camuti Borani
Novak Djokovic o “Novax” Djokovic, come spesso è stato apostrofato negli ultimi giorni, è stato definitivamente espulso dall’Australia, e di conseguenza non potrà partecipare all’Australian Open, il primo dei quattro tornei più importanti di tennis.
Arrivato in Australia il 4 gennaio con un’esenzione dal vaccino per motivi medici, Djokovic viene interrogato e due giorni dopo portato in un centro di detenzione per immigrati essendogli stato ritirato il visto. I suoi legali ricorrono in appello, ma inutilmente: infatti il 9 gennaio il governo respinge le motivazioni degli avvocati. Nonostante questo, il giorno dopo, il giudice decide di lasciarlo libero e il suo visto viene di nuovo considerato valido. Dopo un giorno di momentanea tranquillità che il tennista passa ad allenarsi, viene ammesso al torneo, e si scusa pubblicando un post su Instagram in cui ammette che ci sono stati errori nel compilare i moduli relativi alla sua positività ad un test Covid. Infatti, durante i giorni in cui sarebbe dovuto rimanere in quarantena, Djokovic ha partecipato ad eventi e interviste, violando così i protocolli.
Dopo questa dichiarazione il visto di Novak viene nuovamente annullato dal ministro dell’immigraizione Alex Hawke, e il tennista è posto in stato di fermo. Djokovic è deciso a riavere il suo visto e il caso passa alla corte federale. L’udienza definitiva viene fissata per le 9.30 di mattina (orario australiano) di domenica 16.
L’esito dell’udienza è questo: l’appello di Djokovic viene respinto e il tennista è costretto a lasciare il Paese, dichiarandosi deluso dall’esito della sentenza.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic afferma che a suo parere l’intera faccenda sia stata una mossa politica dell’australia, e che quella contro Djokovic sia stata una vera e propria tortura, isica e psicologica. Il padre del tennista si spinge ancora oltre, dicendo “Il tentativo di assassinare il miglior sportivo del mondo è finito, 50 proiettili nel petto di Novak”.
Fatto sta che un personaggio di spicco come uno sportivo ai livelli di Novak Djokovic dovrebbe riuscire a dare il buon esempio riguardo ad una questione così delicata come la pandemia, soprattutto in un momento come questo. Djokovic invece è già stato preso come simbolo della comunità antivaccinista, che si dichiara delusa e schifata da questo comportamento.
Bisogna anche ricordare che Djokovic, in periodo di piena pandemia, aveva partecipato ad eventi e feste prive di qualsiasi restrizione, e che già da tempo alcuni suoi comportamenti in campo lo avevano fatto scendere di popolarità. L’espulsione dopo nove anni di vittorie all’Australian Open potrà significare una ripida discesa di un declino che è già iniziato da tempo.
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