Mi prendo il mondo: il festival progettato dai giovani per i giovani, in collaborazione con il Salone del Libro di Torino

Data: 20 Febbraio 2024

Tag: Cultura

Di: Irene Arneodo, Mattia Amadei, Francesca Panepinto

Protagonismo giovanile, protagonismo giovanile… Ma che cos’è, davvero, il “protagonismo giovanile”? Questa espressione da circolare, ricca di contraddizioni, che non ho mai sentito in bocca a qualcuno che avesse meno di quarant’anni, figuriamoci meno di venti, ma che riempie le cartelle mail di centinaia di studenti senza essere da loro pienamente compresa? È possibile che esca una volta per tutte da quei bandi e da quelle mail d’istituto in cui è stato recluso finora per entrare davvero, e con forza, nella vita politica e culturale della nostra città?
È possibile renderla un reale esercizio di partecipazione e impegno civico?
Che siano i giovani stessi a riappropriarsene, riempiendolo di significato, ridefinendone i termini, stabilendone modalità e contenuti, per poi restituirlo, rinnovato e carico di cambiamento, ai coetanei e a tutta la cittadinanza?
Indubbiamente lo è. Anzi, è già diventato realtà, in occasione di un Ma di che cosa si tratta? “Mi prendo il mondo” è prima di tutto un festival progettato dai giovani per i giovani, dove sono i giovani, senza intermediari, ad avere in mano il microfono, a decidere a chi affidarlo, e per parlare di cosa.
18 eventi principali e oltre 5000 spettatori, di cui la maggior parte studenti e giovani parmigiani. Questo è il bilancio conclusivo di Mi prendo il mondo, tenutosi tra il 25 e il 28 gennaio scorsi presso il complesso “Paganini e Congressi” di Parma, organizzato in collaborazione con il Salone del Libro di Torino dalla “Direzione Futura”, un gruppo di oltre 50 ragazze e ragazzi tra i 15 e i 23 anni, che hanno progettato, preparato e realizzato con passione e professionalità gli eventi del weekend, selezionando gli ospiti, scegliendo i temi da trattare e conducendo personalmente tutti gli incontri, rendendosi così interpreti e portavoce del punto di vista della loro generazione.
L’obiettivo del festival era proprio questo: dare alla nuova generazione la possibilità di esprimersi impostando da sé un dialogo con il mondo di cui è parte.
Nel fitto programma del festival le ragazze e i ragazzi di Direzione Futura hanno avuto modo di dialogare con gli ospiti susseguitisi tra i vari eventi, alcune tra le voci più importanti del panorama culturale contemporaneo, spaziando dal giornalismo alla filosofia, dalla scienza alla scrittura, sempre con un occhio di riguardo verso le questioni più vicine ai giovani. Configurandosi come interlocutori ideali, hanno discusso di informazione e sveglie con il vice-direttore de Il Post Francesco Costa, di vita e di Odissea con il prof (e scrittore) Alessandro D’Avenia, di matematica e linguaggio con Chiara Valerio, scrittrice, di giornalismo e giornaliste tramite un podcast – “Giornaliste”, appunto – registrato dal vivo da Annalisa Camilli e Benedetta Tobagi (indovinate loro che lavoro fanno?), e tantissimi altri. Ovviamente uno spazio di riguardo è stato riservato anche a figure più giovani ma non per questo meno affermate, come Nicolò Balini, che si autodescrive come fotografo e videomaker, molto conosciuto soprattutto grazie al canale YouTube (@Human Safari), dove racconta i suoi viaggi, e per aver aperto un’agenzia. O ancora Imen Jane, co-fondatrice di Will, popolarissimo media giornalistico, tra i primi a sfruttare attivamente i social per fare informazione.
Tra i membri della Direzione Futura spiccano anche studentesse ed ex studentesse del nostro Liceo, a cui abbiamo chiesto di raccontare, con le parole di chi lo ha vissuto in prima persona, quell’insieme di storie, esperienze, incontri e punti di vista che “Mi prendo il mondo” ha rappresentato, per loro e per la nostra città.

“Lo scopo del festival”, comincia Giulia Parolari, “era quello di avvicinare la città e di scoprire e poter interagire con personaggi che vediamo tutti i giorni sui social. Lavorare a questo progetto non è stato solo un modo per conoscere nuovi giovani della mia città, ma mi ha anche permesso di conoscere quelli che personalmente vedo come riferimenti. Sono rimasta particolarmente impressionata dall’interesse che ha suscitato questa iniziativa, sia per il numero di persone che non mi aspettavo, sia per l’entusiasmo con cui hanno partecipato”. “A tutti i giovani di Parma è stata data l’occasione di mettersi in gioco e soprattutto di partecipare attivamente ad un’iniziativa che non riguardava solo noi o la nostra cerchia stretta, ma che poteva impattare un numero molto più grande di persone. Una delle cose che mi ha più colpito è stato il dialogo che si è creato tra noi e gli adulti e le istituzioni con cui abbiamo collaborato. Infatti tutti loro ci hanno sempre spronato ad indagare i nostri interessi ed osare tantissimo, riponendo in noi totale fiducia. Poi sicuramente ogni ospite ci ha aperto una nuova chiave di lettura con cui analizzare la nostra realtà e progettare il futuro”, continua Agata Turillazzi.
“Mi prendo il mondo è stato la prova concreta che si possono costruire insieme grandi opportunità di crescita attraverso la cultura e attraverso il dialogo intergenerazionale. Per quattro giorni noi giovani abbiamo avuto l’opportunità di portare all’attenzione del dibattito pubblico cittadino i temi che più ci stanno a cuore, Mi prendo il mondo è stato scoprire che a volte le piazze si possono costruire anche al chiuso, basta imparare ad aprire le porte. Che a volte non è tanto l’evento in sé, l’ospite in sé, il luogo in sé, ma tutto quello che si crea mentre sei lì: è la curiosità frammista all’aspettativa, i punti di vista che si mescolano e si confondono, la domanda corretta poco prima di salire sul palco, il pubblico che partecipa, ride, interagisce. Un insieme di sensazioni, scambi, persone. E, soprattutto, una grande intersezione, di esperienze, di storie, di lotte”, riassume Emma Nicolazzi Bonati.
“Cosa mi porto a casa da questa esperienza?”, conclude Eleonora Urbanetto “Per prima cosa l’energia di un gruppo non solo di collaboratori ma di amici, che ha reso possibile l’evento; l’entusiasmo di impegnarsi, di dedicare tempo a un evento per la città, per tutti: in questo trovo la dimostrazione che i “giovani” hanno una forza incredibile. Poi custodisco gelosamente la quantità di riflessioni scaturite da questi incontri: un allenamento per la mente volontario, in cui ci hanno aiutato gli autori sul palco e le persone tra il pubblico. Ed infine un primo atto concreto di quella stessa volontà di “lasciare il segno” nella città di Parma in cui si inserisce anche il percorso di candidatura di Capitale europea dei giovani 2027: siamo qui per costruire un mondo in cui abbiamo una voce, dove le nostre esigenze sono una priorità e in cui la comunità è unita e solidale”.
L’intera iniziativa si inserisce infatti nel percorso della candidatura di Parma a Capitale Europea dei Giovani 2027, la cui presentazione ha avuto luogo la mattina del 27 gennaio.
La conferenza è stata condotta da Sabrina Carreras, giornalista di rai3, e sul palco si sono alternati i ragazzi della commissione dei giovani di Parma e della junior enterprise.
L’evento è iniziato con l’intervento di alcuni membri della commissione, che hanno letto una lettera per l’Europa, nonché introduzione del dossier che sarebbe stato presentato in seguito: ‘I giovani hanno preparato una piazza per l’Europa’.
Durante l’evento viene menzionata molto spesso questa allegoria della piazza: non è da trascurare, perché per la candidatura questa frase diventa un vero e proprio slogan, Lorenzo Bisceglie ne avrebbe parlato in seguito. L’Europa è infatti conosciuta come il continente delle piazze, ogni città ha una piazza e la nostra vuole fungere da modello per le altre, un posto ideale per i giovani, creato dai giovani.

Alcuni membri della commissione, dopo l’apertura dell’evento, sono stati poi intervistati da Sabrina Carreras, e ci hanno parlato della loro esperienza, della creazione del logo e dello slogan, del perché mettersi in gioco e della relazione tra le istituzioni politiche e i giovani. Non per niente è stata data la parola a due membri della Junior Enterprise, che hanno dichiarato di voler accompagnare la commissione giovani durante il loro tragitto verso la candidatura e verso la vittoria.
Come ha detto il sindaco Michele Guerra: “Non è detto che si vinca questa sfida, ma ogni punto del dossier verrà compiuto o si cercherà di farlo con i mezzi possibili. Credo in una Parma piena di opportunità e agevolazioni per la nuova generazione, in molti guardiamo i ragazzi della commissione, accompagnati da Beatrice Aimi, con grande ammirazione e stupore, so che dentro a molti c’è un sentimento di speranza e di enorme fiducia nei loro confronti”.

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