“Macchine come… me” Laboratorio sull’intelligenza artificiale
“Quando non saremo più in grado di distinguere il comportamento di una macchina da quello di una persona, dovremo riconoscere umanità alla macchina”.
Ian McEwan, Macchine come me, 2019
Venerdì 26 gennaio presso l’aula magna del Liceo Romagnosi si è tenuto l’incontro “Macchine come … me?” che ha visto coinvolti otto ragazzi di diverse classi che hanno presentato la prima parte di un laboratorio sull’intelligenza artificiale facente parte del progetto “Mi prendo il mondo”, promosso dal Salone internazionale del libro di Torino. Al fianco dei ragazzi, la Professoressa Lorenza Reverberi, il Professor Giovanni Galli, presidente dell’Associazione “Amici della Biblioteca San Leonardo” e l’esperto informatico Daniele Khalousi.
Tutto è nato dalla lettura del libro “Macchine come me” dello scrittore britannico Ian McEwan, pubblicato nel 2019. Il libro, infatti, racconta la storia di Charlie Friend che, grazie all’eredità lasciatagli dalla madre, decide di acquistare un Adam, macchina dalle sembianze umane tanto straordinaria quanto imprevedibile. Al fianco di Charlie si trova anche Miranda, la vicina del piano di sopra che lo coinvolgerà nelle ripercussioni che il suo passato ha sulla sua vita. In particolar modo è stato il ruolo di Adam, automa in grado di provare sentimenti e comportarsi come un vero e proprio essere umano, a condurre, all’interno dello stesso romanzo, gli altri due protagonisti verso la riflessione sull’influenza e l’importanza dell’intelligenza artificiale.
Questo progetto, fin da questa prima fase, ha permesso di approfondire le nostre conoscenze sull’AI partendo dalla lettura critica del romanzo di McEwan, che non solo ha offerto l’occasione per sviluppare un lavoro di scrittura, ma anche un confronto con il pubblico sulle curiosità, i timori, le incertezze, le opinioni che lo sviluppo della tecnologia porta con sé. Infatti, a seguito dell’introduzione al progetto e al contenuto del libro stesso, sono state approfondite le riflessioni nate da alcune frasi estrapolate dal testo e le considerazioni che la lettura del romanzo ha portato alla luce.
Per esempio, tra i diversi interrogativi che ci siamo posti, è emersa la seguente domanda: “Cos’è che ci distingue dalle macchine?” Sicuramente il fatto di essere fatti di carne ed ossa. E questo l’autore lo sottolinea più volte. La “vita mentale”, come scrive Ian McEwan, delle macchine può essere trasferita, in qualsiasi momento, in un altro dispositivo senza perdere alcunché. Per gli uomini, al contrario, questo non è possibile. Una macchina è in grado di vivere più vite in molteplici “corpi” ma per noi, esseri umani, la vita è una e non vi è alcuna possibilità di trasferire quando sperimentato nel corso della nostra esistenza.
Inoltre, è stato anche possibile interagire con la stessa intelligenza artificiale nel corso del laboratorio per permettere al pubblico di pensare, sulla base delle informazioni precedentemente fornite, ad un finale alternativo da far sviluppare al software di AI. Ciò ha alimentato curiosità nei presenti, ma anche la consapevolezza che l’uomo, con il suo sentire e il proprio vissuto, è in grado di intessere storie che superano qualsiasi banalità, suscitando emozioni nel lettore. Per l’appunto, al termine dell’incontro, senza anticipare il finale vero e proprio del romanzo, è stato proposto il finale alternativo scritto da uno degli stessi ragazzi ed il pubblico ne è rimasto piacevolmente sorpreso per la concretezza, per il pensiero tangibile e creativo, nonché il lavoro di riflessione, che vi era alle spalle.
Tuttavia, questo incontro è stata la restituzione della “prima tappa di un percorso”, come ha ricordato il Professor Galli, una premessa al prodotto finito, che verrà realizzato in collaborazione con una classe del Liceo STEAM Olivetti e che verrà presentato a maggio in occasione del Festival “Libera Voce”.
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