Lettera a me stessa
Data: 17 Ottobre 2022
Tag: Riflessioni
Di: Maria Chiara Priolo
[Foto: Matteo Rigosa, Phototeraphy]
Alla mia piccola, fragile e forte Mary,
Ho scritto tante lettere per le mie persone ma non ho mai scritto una lettera a me stessa, non mi sono mai amata al punto tale da dimostrarmelo nel modo che io ritengo più genuino, con l’inchiostro e la carta. Forse è arrivato il momento di fare un altro piccolo passo, di amarsi un po’ di più prendendo una penna e un foglio in mano.
Questa è la settimana della salute mentale e tu ci sei arrivata senza bisogno della tua “pillola per l’ansia”, cosa che, per la maggior parte delle persone, è probabilmente scontata ma tu tre mesi fa non saresti riuscita ad alzarti da letto e a smettere di tremare se per anche solo una volta ti fossi dimenticata di prenderla. Ora ti svegli, vai a scuola, ridi, studi e vivi senza bisogno di quella stampella a cui appoggiarti.
Ti ricordi vero di quando non riuscivi ad uscire di casa senza avere attacchi di panico? Ti ricordi delle mattine sdraiata sul tappeto della sala cercando di non vomitare prima di andare a scuola? Di quando era impossibile mangiare perché la nausea e il bruciore allo stomaco te lo impedivano? Non riuscivi nemmeno a fare le scale per arrivare in classe e per tornare a casa ci mettevi più tempo perché quel pezzettino di strada era troppo difficile da affrontare per le tue gambe senza energia, quell’energia che l’ansia ti rubava ogni giorno.
[Foto: Matteo Rigosa, Phototeraphy]
“Eh che non ho più nemmeno le forze di studiare, vorrei solo dormire.
Non voglio più mangiare, non voglio più bere, non voglio più alzarmi la mattina, non voglio più andare a scuola.
Sono stanca.
Sono stanca di vomitare, di tremare, di piangere.
Sono stanca di star male e di non riuscirmi a controllare, di vedere il mio corpo e la mia mente autodistruggersi tutti i giorni, senza riuscire a gestirli e fermarli.
Sono stanca di essere vittima di me stessa.
Sono solo stanca.
Vorrei un attimo di tregua per stare bene.”
Hai scritto questo venerdì otto ottobre 2021 sulle note del telefono.
Non hai mai smesso di essere terrorizzata da quello che stava succedendo dentro la tua testa, il tuo petto e il tuo stomaco, di chiederti perché quella cosa non potesse semplicemente andarsene ma comunque hai continuato a studiare, a sforzarti di mangiare nonostante il dolore lancinante, ad alzarti la mattina ed andare a scuola. Hai sempre fatto di tutto per controllare quello che dentro di te stava accadendo, hai sempre combattuto anche se a volte gettare la spugna sarebbe stato mille volte più comodo. Non ti sei mai arresa nel cercare di restare in equilibrio nonostante tutti gli ostacoli che ti hanno fatta inciampare, cadere, sbattere la testa. Ti sei salvata da te stessa, piccola Mary.
Ora stai bene e te lo meriti.
Prenditi un minuto per accorgerti della strada che hai fatto, del modo in cui l’hai percorsa e dell’atteggiamento che hai sempre avuto. Ecco, ora sii fiera di te, per favore, sii orgogliosa delle tue gambe che tanto hanno barcollato e che adesso, finalmente, riescono a reggerti in piedi.
Ti voglio bene, per sempre tua
Mary.
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