L’amicizia nella letteratura
Data: 12 Febbraio 2023
Tag: Cultura, Riflessioni
Di: Francesca Pagnanelli e Margherita Badesso
Passati dall’inizio della scuola pochi mesi, impegnativi e stancanti, raggiunto finalmente un periodo di tregua, ci è stata posta la fatidica domanda: “Voi avete scritto qualcosa per il giornalino?”. Panico. E adesso? Come dovremmo rispondere? La verità è una: no, non c’è nessun articolo pronto. A dire il vero, nemmeno abbiamo pensato di scriverne uno. Ormai qualcosa dobbiamo pur dire: un titolo, un progetto, una traccia, qualcosa che non lasci trasparire la nostra totale mancanza di preparazione. Ci siamo guardate, e la risposta non avrebbe potuto essere più immediata: l’amicizia. Di quale altro argomento potremmo mai parlare? Sembra una buona idea persino a noi, che non siamo mai state tanto impazienti di scrivere un articolo. Ci mettiamo subito all’opera, ma ci è voluto poco perché ci rendessimo conto che in realtà non sarebbe stato un lavoro così semplice. Infatti sebbene l’amicizia sia sempre stata presente nelle nostre vite, darle una definizione, o perlomeno tentare di spiegarla sulla base delle nostre esperienze è risultato essere più complesso del previsto. In preda allo sconforto, persa ogni certezza sui nostri pensieri e opinioni in materia, abbiamo cercato ispirazione nella letteratura, sia in quella antica che in quella moderna.
La prima coppia ad esserci venuta in mente in modo assolutamente automatico è stata quella di Patroclo e Achille, senza dubbio la più famosa nei poemi omerici. C’è poco o niente di non già noto da dire su di loro per noi classicisti, che li abbiamo studiati e ristudiati così tante volte da sentirci partecipi del dolore provato da Achille alla morte del compagno e del desiderio di vendetta per il quale non solo uccide ma anche profana il corpo di Ettore. Si possono considerare ben più di amici, bensì compagni, prima di infanzia e poi di guerra. Allo stesso modo ricordiamo la storia di Eurialo e Niso, altri due eroi dell’epica, seppur meno noti dei primi citati, di cui viene narrata la vicenda nell’Eneide. Giovani guerrieri che scappando dai nemici perdono la vita: il primo appesantito da un bottino troppo ricco rimane indietro nella fuga e viene accerchiato Niso torna sui propri passi tentando invano di salvarlo, e quando questo viene ucciso si getta disperatamente nella mischia accecato dalla rabbia, morendo così anch’egli. Il passo si conclude con una scena che esprime chiaramente la profondità del loro legame: Niso, colpito a morte, si getta sul corpo esanime di Eurialo trovando insieme a lui l’eterno riposo.
La percezione dell’amicizia che traspare dall’ epica è incontestabilmente affascinante e travolgente, ma può esserlo altrettanto la letteratura cavalleresca, di cui è un famoso esempio il romanzo “Don Chisciotte della Mancia”, con l’insolito legame del protagonista e il suo scudiero Sancho Panza, seppur il loro sia un rapporto di subordinazione. I due sono agli antipodi, mentre Don Chisciotte rappresenta la follia che stravolge e idealizza, Sancho Panza simboleggia la razionalità e il buon senso. Lo scudiero sembra essere il solo che apprezza i comportamenti stravaganti del padrone, incapace di distinguere realtà e fantasia, non mancando però di ammonirlo e portarlo con i piedi per terra. Il loro rapporto, seppur ambientato in un’epoca molto distante da quella in cui viviamo, resta comunque molto attuale. Non capita forse anche oggi di avere amicizie in cui il nostro opposto si rivela essere contemporaneamente il nostro complementare? Non è forse giusto supportare e ammonire senza esitazioni i propri amici quando lo si ritiene giusto?
Un altro celebre esempio di amicizia nella letteratura è quella che coinvolge i protagonisti del romanzo francese “I tre moschettieri” di Alexander Dumas. In tanti forse non conoscono tutta la loro storia, ma certamente in pochi la ignorano totalmente. Il romanzo può essere considerato un vero e proprio omaggio all’amicizia, oltre che in secondo luogo degli usi cavallereschi e dell’amore; il giovane D’Artagnan arriva a Parigi, dove si svolgeranno in seguito tutte le vicende, con la speranza di riuscire ad entrare nel corpo delle Guardie francesi, e sarà l’amicizia che riesce ad instaurare con i tre moschettieri Athos, Porthos e Aramis, ad aiutarlo ad affrontare gli intrighi di corte e le difficoltà. Il loro è senza dubbio un legame memorabile, non contaminato da egoismo e convenienza, tipiche del settimo secolo così come di quello in cui viviamo oggi, e basata invece su coraggio e reciprocità, come si evince dal noto motto “Tutti per uno, uno per tutti” con cui vengono ricordati.
Possiamo trovare esempi di sincera e ammirabile amicizia anche nei romanzi gialli di Conan Doyle: i due protagonisti, Sherlock Holmes e John Watson, infatti, oltre ad essere soci investigativi e coinquilini diventano anche ottimi amici. Il loro rapporto, come quello tra Don Chisciotte e Sancho, è basato sulla contrapposizione “opposti-complementari” : da una parte Sherlock, eccentrico e lunatico, dall’altra Watson pacato e riflessivo. Sherlock, pur essendo molto solitario, quasi misantropo, si affeziona molto all’amico John che, incuriosito e stupito dalle capacità intellettive del detective, lo apprezza per la sua competenza quasi disumana e per la sua persona. I due, dal loro primo incontro, lavoreranno sempre in coppia, risolvendo delitti per tutta Londra e anche oltre.
Infine, abbiamo ricordato l’emozionante, seppur breve, libro “L’amico ritrovato” di Fred Hulman. Come si evince dal titolo la storia parla di un’amicizia, questa vede gli orrori del nazismo nel 1940. Il protagonista Hans è un ragazzo ebreo con un’idea molto romantica dell’amicizia e, forse proprio per questo, è solo, incapace di accontentarsi di legami superficiali e occasionali. L’unico che riesce, grazie a numerosi interessi in comune, a diventare suo amico è Konrandin. Sebbene i due crescendo si troveranno costretti a dividersi sia a causa di ideologie e opinioni diverse sia per eventi legati alla Seconda guerra mondiale, Konrandin si renderà conto degli errori commessi nell’appoggiare ideologie filonaziste e sacrificherà la propria vita nel tentativo eroico di opporsi a Hitler stesso. La sfortunata fine della loro amicizia insegna che non è mai troppo tardi per ricredersi e ricongiungersi – anche se non fisicamente – con le persone care.
Seppur questo viaggio nella letteratura sia stato per noi piacevole e interessante, non ci ha dato le risposte che cercavamo. Certe cose non hanno bisogno di essere definite e tra queste l’amicizia. Quindi niente, fate voi.
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