La Transnistria, benvenuti in Unione Sovietica!
Data pubblicazione: 22 Aprile 2022
Scritto da: Vincenzo Piccirillo
[Immagine: Transinistria]
In pochi conoscono bene la Moldavia, e ancora meno la Transnistria, o per meglio dire la repubblica moldava di Pridnestrovie. Quest’ultima infatti è la regione più orientale della Moldavia ma solo giuridicamente, poiché di fatto è indipendente sotto la tutela russa.
La prova dell’esistenza di questa “nazione segreta” è il fatto che se noi provassimo ad entrarci troveremmo una vera e propria frontiera con dei posti di blocco, dove dei militari russi controllerebbero i nostri passaporti. Una volta entrati troveremmo molte differenze con la Moldavia, infatti in questa regione c’è una bandiera diversa, si commercia con monete diverse (rublo transnistriano), questo stato fantasma ha un proprio passaporto e soprattutto un proprio governo guidato attualmente da Krasnosél’skij.
Cercando poi di dirigerci verso il centro abitato più grande arriveremmo alla capitale, Tiraspol. Una città di centosessantamila abitanti che ospita anche lo Sheriff Tiraspol, la squadra di calcio della città, la quale negli ultimi tempi ha partecipato alla Champions League.
In questa città, come nelle altre, troveremmo soltanto edifici risalenti alla dominazione sovietica, monumenti della medesima epoca e vecchie automobili. Tutto quindi sembra rimasto fermo a prima dello scioglimento dell’URSS a partire dalla vita delle persone, alle infrastrutture, alla bandiera e soprattutto all’economia basata tutt’ora sulle oramai obsolete fabbriche sovietiche.
L’origine di questo stato è complicata e risale al 1918 quando l’Ucraina (che in quel momento era indipendente) proclamò la propria sovranità sulla Transnistria, strappando quel territorio alla Moldavia, la quale invece finì sotto il controllo della Romania, ma per breve tempo. Pochi anni dopo, infatti, l’Unione Sovietica annesse sia l’Ucraina sia la Moldavia.
Successivamente nel 1940 con il patto Molotov-Ribbentrop la parte occidentale della Moldavia venne annessa alla Romania e la Transnistria alla repubblica socialista sovietica dell’Ucraina. Andando ancora più avanti nel tempo, con l’inizio dell’operazione Barbarossa, le truppe rumene invasero il piccolo stato fantasma e parte dell’Ucraina fino alla città di Odessa. Qualche anno dopo però le potenze dell’asse furono sconfitte e così l’URSS assoggettò la Transnistria fino al 1990, anno in cui ci fu la secessione della Moldavia e con essa del nostro piccolo stato fantasma.
La Moldavia però cercò di fare una campagna di eliminazione della presenza russa e, essendo la Transnistria una regione a prevalenza russa, la cosa non venne accettata dagli abitanti. Per questo motivo nella regione si tenne successivamente un referendum che finì con la richiesta di tornare parte dell’URSS. Quest’ultima però si sciolse l’anno successivo e così la Transnisria rimase senza alleati.
Ne scaturì una guerra tra Moldavia e Transnistria, ma a causa dell’intervento russo la crisi si concluse con un semplice “cessate il fuoco” che continua tutt’ora tra attriti e desideri d’indipendenza.
La Russia però, dopo il suo intervento, decise di dislocare nella regione una sua propria divisione, con l’obbiettivo di proteggere i consistenti depositi di munizioni lasciati in loco dalla 14°armata dell’URSS, dopo il suo scioglimento.
Questa divisione, formata da 2000 militari armati con armi leggere, oltre a proteggere i depositi ha anche altre funzioni, come controllare i documenti di chi entra e esce dalla Transnistria, pattugliare periodicamente le strade e soprattutto proteggere la regione da eventuali attacchi esterni.
Con l’arrivo della guerra in Ucraina però la divisione è diventata ancora più utile per il governo di Mosca. Infatti la Trasnistria confina ad est con l’Ucraina e, quindi, risulta quasi una spina nel fianco per quest’ultima.
Ma, nonostante questo fatto, Putin aveva preso inizialmente la decisione di non mobilitare la divisione per evitare di lasciare la regione sguarnita. Successivamente però l’invasione ha iniziato ad incontrare più resistenza del previsto, e si stava andando verso la revoca della decisione per poter spostare i militari ad Odessa, dove già altri soldati russi stavano combattendo.
Ad oggi però i soldati russi in Transnistria non sono ancora stati mobilitati e non si sa con certezza cosa il governo di Mosca riserva per il futuro di questa regione.