La memoria di tutti i giorni
Data: 27/01/2022
Scritto da: Mattia Amadei
Oggi si celebra la Giornata della Memoria e proprio di memoria voglio parlare. Per farlo ho scelto alcuni esempi della solita logica “smemorina” italiana che impedisce di prevenire, anziché inseguire, il succedersi degli avvenimenti.
Il caso più recente riguarda il nostro mondo, la scuola. Infatti dopo due giorni dalla ripresa delle lezioni, dopo le vacanze natalizie, le scuole, che erano l’argomento principale di politica e giornalisti, sono completamente scomparse dai radar. Non che oggi sia tutto perfetto, non ci siano contagi o studenti in Dad, semplicemente non interessa più a nessuno. Se ne ricorderanno solo quando la situazione sarà di nuovo più insostenibile, ma intanto non se ne sarà più parlato e ci troveremo in circostanze simili senza che la politica abbia preso iniziative volte a migliorare in maniera duratura la condizione di studenti e docenti, come già successo quest’estate o lo scorso anno.
Parliamo invece del Ddl Zan, vi ricordate quando i giornali raccontavano ogni giorno le aggressioni omolesbobitransfobiche? Bene, ora sembrano scomparse. Saranno spariti gli omofobi o non interesseranno più a nessuno? L’11 gennaio sono state scritte minacce omofobe sotto casa di un ragazzo, il 31 dicembre due ragazzi si sono trovati l’auto danneggiata con la scritta “gay” sulla fiancata e sono solo alcuni degli episodi più recenti. Ma non fa più comodo a nessuno parlarne, quindi i diritti si possono lasciare tranquillamente in secondo o terzo piano.
Oggi invece è tornato sui giornali un episodio inaccettabile, una bara coperta da una svastica durante un funerale; ma qualcuno sa che fine abbia fatto lo scioglimento di Forza Nuova e delle organizzazioni neofasciste e neonaziste dopo il vergognoso attacco alla Cgil che tanto era stato sbandierato? Finito nel nulla, almeno fino a quando non succederà un altro episodio così grave da spostare consensi politici e riaccendere la curiosità dei giornalisti.
Possiamo citare anche i medici e la sanità, su cui è tanto importante investire oggi, durante una pandemia, ma che purtroppo sarà importante per pochi e potrà restare nel silenzio e nello sfacelo della mancanza di fondi.
Inoltre, penso alla violenza sulle donne, di cui è facile riempirsi la bocca il 25 novembre o l’8 marzo, ma che dovrebbe essere presente nelle nostre azioni tutti i giorni.
Oppure penso alla questione di Patrick Zaki, che veniva tirata fuori in occasione delle udienze che lo mantenevano continuamente in carcere, per poi tornare ad essere ignorata il giorno dopo.
La Giornata della Memoria infatti è il momento dell’anno in cui si ricorda cosa è stato il nazifascismo, quindi ciò che non vogliamo più essere, ma l’esercizio della memoria storica richiede un’applicazione costante, che permetta a chi ricorda di non commettere gli stessi errori in futuro, di prevenire anziché affannarsi a rincorrere. Invece releghiamo la memoria di quegli orrori ad una giornata in cui i social sono invasi dalle foto di Auschwitz, dai bambini col pigiama a righe, dalle foto sulle pietre d’inciampo. Ovvio, starete pensando, mica possiamo rimuginare tutti i giorni su fatti di ottant’anni fa, sempre piegati dal peso del passato. Purtroppo però abbiamo la tendenza a dimenticare anche quando si tratta del presente e soprattutto a non occuparci del futuro.
Sarebbe bello quindi che per questo 27 gennaio tutti ci fermassimo un po’ a ricordare ogni giorno le questioni che ci importano veramente, senza cadere nelle stucchevoli storie instagram o nei simboli durante gli anniversari annuali, ma facendo memoria nel nostro piccolo, tutti i giorni, un poco per volta.
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