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Io e gli altri: dai neuroni specchio a Tik Tok

Data pubblicazione: 10 Dicembre 2021

DI RICCARDO IORIO

In occasione della dies Romagnosiana di quest’anno, venerdì 10 dicembre si è tenuto un incontro con il professor Vittorio Gallese, neuroscienziato dell’Università di Parma nonché ex studente del nostro liceo, per parlare dell’intersoggettività nella nostra specie, dalle sue basi fisiologiche alle implicazioni che per essa hanno le nuove tecnologie digitali.

Gallese ha avviato il suo intervento ricordando la scoperta, sua e degli altri ricercatori del gruppo diretto dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, dei cosiddetti “neuroni specchio”, cellule nervose che permettono agli animali che ne sono dotati – tra i quali andiamo inclusi anche noi, Homo sapiens – di controllare l’esecuzione di atti motori finalizzati (cioè quelli eseguiti in vista di uno scopo: per esempio, afferrare un oggetto), ma anche di attivare il proprio sistema motorio quando vedono altri compiere azioni che fanno parte del loro patrimonio di esperienze. In questo modo si instaura una vero e proprio rispecchiamento (appunto) tra noi e gli altri, grazie al quale riusciamo a riconoscerne azioni o sensazioni simili alle nostre.

Passando al secondo tema dell’incontro, Gallese ha poi sostenuto che i più recenti sviluppi nell’ambito delle tecnologie digitali e dei social media stiano riportando la sfera delle relazioni interpersonali umane a una dimensione curiosamente più “primordiale”, in cui l’immediatezza delle immagini e di un linguaggio «liofilizzato», come l’ha definito, prevale sulla mediazione del linguaggio articolato. Ha così sostenuto un approccio piuttosto cauto nei confronti del progresso tecnologico, invitando a riconoscerne non solo gli innegabili benefici, ma anche i potenziali rischi.

Riccardo Iorio

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