Il racconto di Giulia Ghiretti: una farfalla divenuta delfino
Data: 19 Maggio 2023
Tag: GDR
Di: Chiara Boschi, Giulia Gatti
Venerdì 28 aprile le classi 1^A, 1^G e 3^L del Liceo e alcune classi del Liceo Sanvitale hanno preso parte all’incontro con Giulia Ghiretti al quale erano presenti l’assessore allo sport Marco Bosi, la sorella Anna e il giornalista nonché coautore del libro “Sono sempre io” Andrea Del Bue. Tra le poltrone rosse del cinema Astra e il brusio di tanti studenti, fa il suo ingresso Giulia Ghiretti, vincitrice di 23 medaglie internazionali e detentrice del record mondiale nei 50 metri farfalla in vasca corta, che ha voluto trasmettere la normalità del diverso presentandosi come un modello di modestia e spontaneità. L’incontro inizia con un’inconsueta e straordinaria esortazione a porre domande a Giulia non considerando in alcun modo l’imbarazzo come una barriera. Proprio la campionessa afferma di non aver mai conosciuto barriere, nemmeno quando, volteggiando nell’aria, si è trovata persa in quella stessa libertà che all’età di 16 anni, sulla stoffa di un trampolino, le ha fatto spiccare il volo verso un nuovo mondo: quello del nuoto, quello dell’acqua.
L’acqua, infatti, è stato il primo elemento con cui è venuta a contatto durante la riabilitazione e anche l’unico in grado, dopo l’aria, di farla ancora sentire sola con il suo corpo senza l’ausilio di alcun sostegno. Come sostiene durante il dialogo con gli studenti, in acqua non ci sono differenze, come del resto non le avverte nella vita reale, o meglio, Giulia afferma con convinzione di non essere mai cambiata ma di aver soltanto imparato un nuovo modo di percorrere la vita senza mai lasciare, nemmeno per un minuto, che le avversità potessero prendere il sopravvento, nonostante abbia dovuto confrontarsi da un giorno all’altro con realtà, situazioni e condizioni fisiche diverse e, non possiamo ometterlo, complicate. A questo proposito, con un velo di commozione, racconta il momento più difficile dopo l’incidente: il rientro a scuola, un luogo in cui purtroppo le barriere c’erano ed erano i pregiudizi dei compagni, la paura degli insegnanti e la compassione, sentimento che Giulia assolutamente non tollera perché ribadisce che le persone con disabilità “non è che ti fanno schifo” e questa frase tocca nel profondo perché ci pone davanti ad un mondo che per paura dell’altro, del diverso, preferisce rifugiarsi tra giudizi sconsiderati e un’indifferenza disarmante. Per fortuna, però, la campionessa conserva ricordi solo sfocati di questo periodo, perchè lei è così, determinata, non permette a nessuno di oscurare il suo bellissimo sorriso.
Ovviamente sottolinea quanto sia importante l’aria che si respira e in merito a ciò racconta di aver accanto a sé una famiglia meravigliosa che non le ha lasciato il tempo per abbattersi ma è cresciuta insieme a lei, come testimonia la sorella Anna che Giulia considera la sua ombra. Accanto a ciò, ci insegna quanto sia importante saper chiedere aiuto e lasciarsi aiutare. Un pensiero questo, che soprattutto tra i giovani d’oggi, è difficile da contemplare, ma che deve essere interiorizzato perché non c’è nulla di male o di imbarazzante, nel chiedere aiuto, anzi,è proprio questo atteggiamento che indica la propria consapevolezza.
E a proposito di Giulia, sono travolgenti, la consapevolezza, la sua determinazione, ma soprattutto il coraggio e la forza di reinventarsi e di non abbandonare lo sport che per lei è competizione, è quell’adrenalina e quel sacrificio (a volte) che l’hanno portata con grande sorpresa di tutti al 3^ posto alle olimpiadi di Rio del 2016, nella gara che lei definisce come la sua preferita. In questa lezione di vita ciò che colpisce maggiormente è la risposta della campionessa a una domanda che per molti di noi risulterebbe scontata in modo negativo, ovvero se tornando indietro rifarebbe tutto, anche l’incidente e Giulia spiazza i presenti rispondendo senza esitazione: “Io rifarei tutto” e gli applausi a quel punto scrosciano spontanei, perché lei, nonostante affronti sfide quotidiane, non ha posto limiti ai suoi orizzonti, tant’è vero che ogni mattina si reca da sola, con la propria auto, alla facoltà di biomedica del Politecnico di Milano e poi si dedica agli intensi allenamenti di 3 ore. A proposito di sfide, nella sua routine, ha trovato il tempo per scrivere un libro “Sono sempre io” a quattro mani con il giornalista Andrea Del Bue, il quale riferisce che per Giulia non è stato facile raccontare la propria esperienza non perché sia stato un viaggio interiore, ma piuttosto un lavoro di ricostruzione attraverso il quale lei stessa ha dovuto trovare il modo per raccontare ciò che fa parte della sua quotidianità, aprendosi al mondo e aprendo quest’ultimo alla curiosità, sottolinea la Ghiretti, al fine di sottrarlo al pregiudizio dettato dalla paura di ciò che non si conosce. Infine, verso la fine dell’incontro, Giulia parla anche del suo rapporto “bello ma brutto” come lo definisce lei stessa con i social, un ambiente in cui ricorda che è importante dosare le proprie mosse. Così, sono volate quelle due ore in cui Giulia Ghiretti ha trasmesso a tutti i ragazzi lì presenti un prezioso messaggio di speranza per tutti coloro che non riescono a trovare la luce in fondo al tunnel dei problemi, che si lasciano travolgere dal turbinio di insicurezze e paure, quando in realtà bisogna solamente fermarsi un momento, guardare la propria vita e lottare per farle prendere la direzione che desideriamo, proprio come ha fatto Giulia voltando pagina senza rinnegare neanche una parola del capitolo precedente da farfalla ma impegnandosi per scrivere il prossimo, quello da delfino.
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