IL BOOKCROSSING: un modo per condividere emozioni e unire gli studenti attraverso la lettura
Attraverso la lettura si può vivere molte vite e viaggiare con la mente. Un libro è capace di fare compagnia, ma può anche aiutare a fare la conoscenza di persone con gli stessi interessi e con le quali condividere questa passione. Con questa idea è nata l’iniziativa del Bookcrossing. Il termine nasce quando una coppia
statunitense ha pensato di creare un sito su cui registrare ogni singolo volume, contraddistinto da un codice identificativo, per poterne seguire i passaggi di mano in mano anche a livello mondiale.
L’iniziativa è approdata anche al Romagnosi, in un momento in cui la necessità di mantenere il distanziamento potrebbe aver creato una certa diffidenza e resistenza nel toccare un oggetto passato tra molte mani. Ne parliamo con la classe 3C.
1. COME E’ NATO QUESTO PROGETTO?
E’ nato in classe un mese fa, ed è un’idea della professoressa Sabrina Bonati che noi abbiamo accolto con molto piacere e che, grazie al suo aiuto, siamo riusciti a realizzare e a rendere funzionante. All’inizio non è stato facile partire, perché lo scambio era limitato ai soli compagni della nostra classe, così abbiamo cominciato a fare propaganda in tutta la scuola: è stato bello vedere che in molti iniziavano a portare libri, a partecipare e ad impegnarsi per portare avanti questo progetto.
1. STA PROCEDENDO COME VI ASPETTAVATE?
In un primo momento ammetto che eravamo preoccupati che il progetto potesse non funzionare; poi, grazie ai messaggi incoraggianti che arrivano dagli studenti sulla pagina Instagram abbiamo avuto modo di constatare che il bookcrossing sta procedendo piuttosto bene.
1. NELL’ERA DELLA DIGITALIZZAZIONE, QUESTO PROGETTO PROMUOVE IL LIBRO COME OGGETTO FISICO COMPLETO, PERCHÉ QUESTA INIZIATIVA?
Il fascino esercitato dai libri di carta non passerà mai; inoltre, l’idea iniziale era quella di comunicare attraverso un oggetto fisico, il libro, anche scrivendo tra le pagine un pensiero, un’opinione, per chi lo avrà tra le mani dopo di noi. Ma esiste anche una pagina Instagram dove si possono lasciare commenti, consigli e proposte. Non si tratta di una scelta tra carta e digitalizzazione, bensì di un’unione dei due mezzi: infatti Instagram permette una connessione rapida con tutti, dando modo ai lettori di comunicare le proprie opinioni più rapidamente. Trasmettere qualcosa, anche un libro con la copertina consumata, a qualcuno che semmai non conosci, soprattutto in momenti come questi in cui siamo così distanti, è una cosa bellissima.
1. SECONDO VOI, IN FUTURO, GLI E-BOOK SOSTITUIRANNO TOTALMENTE I LIBRI TRADIZIONALI?
Anche per il futuro non pensiamo che l’e-book sostituirà mai completamente i libri cartacei: è comodo, ma la bellezza del leggere un libro, dello sfogliare le pagine e sentirne il profumo non verrà mai sostituita. Inoltre, l’e-book è un qualcosa di personale, il libro fisico invece può diventare un momento di condivisione, come avviene con questo progetto.
1. QUALI SONO I LIBRI CHE SONO STATI PROPOSTI FINO AD ORA? AVETE NOTATO DEI GUSTI RICORRENTI NELLA PROPOSTA DEI LIBRI?
Sono stati proposti svariati generi. I libri di narrativa sono sicuramente i più gettonati, insieme ai gialli, che hanno avuto un grande successo, come La ragazza del treno di Paula Hawkins. Sono stati anche proposti libri di argomento filosofico e storico: anche questi hanno riscosso un discreto successo.
1. LI HANNO PROPOSTI SOLO GLI STUDENTI O ANCHE GLI INSEGNANTI SI SONO IMPEGNATI NELL’ORGANIZZAZIONE?
I libri sono stati proposti sia da studenti che da insegnanti. Molti professori e lo stesso dirigente, il professor Pier Paolo Eramo, si sono impegnati molto nell’avvio del progetto, contribuendo immediatamente nel mettere a disposizione un cospicuo numero di libri. In particolare, la professoressa Sabrina Bonati e la professoressa Eugenia Coscioni ci hanno aiutato a far diventare realtà quest’idea.
1. COME AVETE PENSATO DI SUPERARE L’OSTACOLO, ANCHE MENTALE, LEGATO AI POSSIBILI PROBLEMI DI IGIENE, IN UN MOMENTO DI DIFFIDENZA LEGATA ALLA PANDEMIA?
In questo momento di perplessità abbiamo deciso di installare un deposito nell’atrio della scuola, per evitare un contatto fisico diretto tra gli studenti, in modo che ci si possa scambiare i libri indirettamente. Inoltre, per quanto riguarda l’igienizzazione delle mani e altre accortezze richieste dal momento, contiamo sul senso di responsabilità degli studenti.
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