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I recenti avvenimenti

Data: 20 Marzo 2023

Di: Edoardo Artoni

Alle nove in punto del 20 febbraio, mentre molti erano in attesa di divertirsi sulle piste da sci, è stato comunicato dai rappresentanti di istituto l’annullamento di uno degli incontri previsti per quella mattina a causa di “recenti avvenimenti” non chiaramente specificati.
In questo gruppo assembleare si sarebbe dovuto proiettare e commentare il documentario “Dentro il collettivo”, film che racconta da vicino l’impegno sociale, culturale e politico di ArtLab, un’organizzazione con sede nell’Oltretorrente che da quasi dodici anni si fa promotrice di numerose iniziative estranee alla logica del profitto, come l’insegnamento della lingua italiana ai migranti, l’offerta di ospitalità a famiglie in cerca di una sistemazione, l’organizzazione di corsi sportivi e di laboratori, l’apertura a mostre, concerti, a presentazioni di libri, spettacoli teatrali e molto altro. Tutte queste opere sono però passate in secondo piano quando, per sponsorizzare una festa di Carnevale, l’associazione ha diffuso volantini satirici in cui, attraverso un dialogo estremamente provocatorio tra Jessica Fletcher (La signora in giallo) mascherata e Scooter (Muppet), manifestava il proprio dissenso verso l’attuale governo e, in particolare, verso il Premier. La locandina ha infatti suscitato l’indignazione e la condanna, amplificate da testate giornalistiche di rilevanza nazionale, di personaggi illustri, come la parlamentare leghista Laura Cavandoli, che ha accennato ad un ritorno agli anni di piombo, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti, che con un goffo tentativo di elevare il lessico ha accusato ArtLab di sessismo, gli stessi Fontana e La Russa, presidenti dei due rami del Parlamento, e successivamente del sindaco Michele Guerra, rapido nel prendere le distanze e nel biasimare. Tutte queste parole inquisitorie, che, provenienti per lo più da esponenti di forze politiche attualmente al governo, sono risultate in un’interrogazione alla giunta comunale e in un esposto in procura, hanno dato origine ad un’unica corrente di pensiero, fondata sul buonismo e sul rifiuto del dialogo con il collettivo, alla quale preside e rappresentanti degli studenti si sono uniformati rimandando con decisione unanime la proiezione del documentario in programma e rifiutando di trasformare l’evento di lunedì in un momento di confronto sull’accaduto. Seppure una frazione della rappresentanza studentesca si ostini a ribadire una sorda condanna al volantino, generalmente a monte della scelta di posticipare c’è stata la paura, confessata a chiare lettere dal dirigente e condivisa dai più, di esporre eccessivamente la scuola a potenziali critiche provenienti dalla stampa, che non avrebbe concesso a nessuno la possibilità di difendersi. Per mancanza di coraggio è stato quindi negato il dibattito, elemento che dovrebbe essere alla base di ogni assemblea, e l’attenzione all’immagine pubblica, accompagnata da una preoccupante rassegnazione ad un’informazione superficiale e del tutto prona all’ideologia del governo, ha portato, se non alla censura, per lo meno allo screditamento di ArtLab, che da anni soccorre i dimenticati dallo Stato e promuove la cultura senza essere mai stato elogiato quanto diffamato in questi giorni. Lunedì 20 Febbraio rappresentanti di istituto e preside hanno fatto la scelta più sicura e meno libera, sacrificando in nome della salvezza mediatica propria e della scuola valori fondamentali come quello del dialogo e del confronto. Esorto

chiunque sia interessato alle attività di ArtLab, in questo articolo solo accennate, o abbia dubbi sull’accaduto a partecipare al gruppo che, “recenti avvenimenti” permettendo, nell’assemblea di Marzo proporrà la visione del documentario e, se saranno mantenute le promesse, una discussione in merito alla questione trattata nell’articolo.

Sotto è riportata l’intervista ad ArtLab svoltasi per corrispondenza scritta. Le affermazioni fatte oralmente emergono invece nel corpo dell’articolo.

-Cos’è successo?
<<Da domenica 19 febbraio ci troviamo sotto un attacco mediatico, capeggiato da Fratelli D’Italia, a seguito di una locandina per una festa di Carnevale. La locandina, secondo chi ci dà addosso, era un invito a partecipare all’emulazione dell’omicidio del Presidente del Consiglio. Questo ci ha portato a ricevere accuse di terrorismo, estremismo ed istigazione all’odio, il tutto condito da calunnie di ogni sorta e utilizzo strumentale di un fantomatico collettivo studentesco organizzato su base regionale. Il risultato di questa macchina del fango è un’interrogazione alla giunta comunale, un esposto in procura e accuse da parte dei presidenti della Camera e del Senato.>>

-Qual era l’intento del volantino?
<<La locandina non ha assolutamente l’intento di augurare o inneggiare la morte di nessunx, soprattutto del Premier. E’, come ci si potrebbe aspettare soprattutto in periodo di Carnevale, un modo satirico e appunto carnevalesco di esprimere il nostro dissenso al governo attuale; cosa che, forse erroneamente, pensavamo si potesse ancora fare. Rifiutiamo completamente la narrazione mediatica che ci dipinge come istigatorx all’odio, quando quello che facciamo da 12 anni è promuovere l’inclusione e l’aggregazione sociale.>>

-Vi aspettavate una reazione mediatica così forte?
<<No. Onestamente pensiamo sia assurdo e immotivato che questo episodio sia finito sulle prime pagine di quotidiani locali e nazionali. L’attenzione della stampa dovrebbe concentrarsi su episodi ben più gravi ed emblematici, come ad esempio il pestaggio di alcuni studentx fiorentini da parte di Azione Studentesca davanti al liceo Michelangiolo, o la criminalizzazione di chi salva le persone migranti in mare.>>

-In cosa è consistita la festa del 18 febbraio?
<<Non c’è stata nessuna messa in scena di delitti o episodi di violenza. C’è stata una gara per il travestimento più bello, che ha vinto Perry l’Ornitorinco battendo Topolino. Insomma, ci siamo divertitx in sicurezza, sapendo che ad Art Lab non sono assolutamente tollerate molestie sessiste o episodi di razzismo e omofobia. L’obiettivo per noi è sempre stato quello di creare un ambiente sicuro, in cui tutti si sentano a proprio agio. In pratica l’esatto opposto di come siamo stati dipinti.>>

-Vi siete pentiti di aver diffuso i volantini?
<<Non possiamo aver paura di fare satira o di esprimere dissenso politico. Speriamo che chi ha letto gli articoli o il nostro comunicato lo capisca. Questo tipo di strumentalizzazione e censura mediatica è il sintomo di una società intollerante verso le opinioni critiche, in special modo verso quelle che dissentono con il potere costituito, negando quindi un dialogo democratico e costruttivo.>>

– Cosa ne pensate delle dichiarazioni di Guerra?
<<Le dichiarazioni del sindaco Guerra sono quelle che ci si aspetta da una figura che ricopre un ruolo istituzionale, avremmo sperato in una presa di posizione più ragionata e meno condizionata dalla banalità delle accuse (definite anche dal procuratore come illazioni infondate) considerando anche il dialogo che abbiamo avuto e vogliamo continuare ad avere con il comune, sia per quanto concerne la possibilità di una convenzione sia per quanto riguarda la gestione dell’emergenza abitativa di cui noi ci stiamo facendo carico gratuitamente. Anche per noi, comunque, la politica si fa nel campo delle idee e delle azioni e continueremo a farla.>>

-Cosa pensate dell’annullamento dell’assemblea?

<<Pensiamo sia stato ingiusto e immotivato, perché tutti i progetti che abbiamo costruito con tanto impegno in quasi 12 anni di attività e con il contributo di centinaia di attivisti e volontari, sono stati oscurati e screditati da una semplice battuta satirica. Forse sarebbe stata più coraggiosa la scelta di realizzare un dialogo costruttivo con lx alunnx, ragionando tuttx assieme sulla situazione che stavamo vivendo.>>

-In che modo la cultura risente della politica?
<<La cultura non risente della politica, ma della censura da parte di specifiche forze politiche, che hanno interesse nel reprimere le idee opposte alla loro. La cultura dovrebbe essere libera, per favorire il proliferare di idee e permetterne il confronto, anche conflittuale ma mai prevaricatore. Ci fa abbastanza arrabbiare come a fatica in questo decennio siamo riusciti a prenderci complimenti o onorificenze per le centinaia di eventi culturali che abbiamo organizzato e invece per una frase sbagliata in una locandina arrivino calunnie e prese di posizione da tutto il mondo politico.>>

Ci sono domande che vorreste facessi al preside?
<<Chiediamo al preside di calendarizzare nuovamente la proiezione del documentario, in un ambiente che stimoli e promuova il dibattito. Chiediamo che tutta questa storia infamante sia trattata come tale, e che non oscuri i valori di antirazzismo ed ecotransfemminismo, che da sempre ci caratterizzano, e su cui vorremmo discutere soprattutto assieme alle nuove generazioni.>>

Sotto è riportata l’intervista fatta al preside, svoltasi oralmente e in presenza. -Chi ha deciso di annullare il gruppo assembleare tenuto da ArtLab?

<<Abbiamo deciso insieme i rappresentanti e io,nel senso che ci siamo sentiti quella mattina, loro erano in parte in viaggio in parte qua. Ci siamo mandati reciprocamente gli articoli di giornale e abbiamo detto:”cosa facciamo?”. Le ipotesi erano due: farlo lo stesso dedicandolo al tema, oppure rinviarlo in attesa di capire esattamente cosa fosse successo, perché avevamo solamente visto i titoli di giornale ma non avevamo letto niente, era successo il giorno prima, la sera prima. Quindi ci siamo parlati due volte, la prima volta:”cosa facciamo?”, la seconda volta abbiamo detto:”facciamo così, cioè riportiamolo alla prossima assemblea.” Tutto questo lunedì mattina verso le 10.>>

-Ha detto che avete fatto una riunione tra lei e i rappresentanti, tra l’altro Sebastiano mi ha detto che c’erano anche dei rappresentanti dei docenti, è vero?

<<Forse ci sarà stato qualcuno con me, ma la telefonata l’ho fatta io a lui.>> -Quanto tempo avete impiegato per prendere la decisione? eravate tutti d’accordo?

<<Allora io ho parlato con la vicepreside credo, con la professoressa Giuffredi e con le persone che sono più coinvolte nell’organizzazione dell’assemblea. Sì, eravamo tutti d’accordo, nel senso che eravamo d’accordo sull’opportunità di non farlo sul momento perché non volevamo che la loro presenza al Romagnosi buttasse la scuola nel circo mediatico che si è scatenato. Perché ormai l’impressione è che non contino più i contenuti ma contino i titoli, quindi per il fatto di dire che il giorno stesso, anzi il giorno dopo, in cui il presidente del Senato, il Presidente della Camera ed altre figure istituzionali del governo della Repubblica erano intervenuti su questo tema, noi li ospitavamo tranquillamente e gli davamo voce, in qualche modo avremmo fatto la figura di quelli o inconsapevoli oppure che non si preoccupavano di quello che il presidente della Camera o del Senato ha detto, senza aver la possibilità di rispondere in maniera adeguata. Dunque volevamo tenerci fuori dalle polemiche. Questa era stata la questione e su questo eravamo tutti d’accordo.>>

-Quindi non avete annullato l’assemblea perché contrari al volantino ma a causa dell’attenzione mediatica?

<<Il rischio è stata la nostra prima preoccupazione, cioè il fatto di non esporre la scuola, che non venisse fuori un titolo sulla scuola, una speculazione sulla scuola. Perché siccome questa operazione è partita da Parma, e da Parma è stata mandata la fotografia o non so che cosa a esponenti del Governo, e quindi si è scatenata lì, sapevamo che sarebbe successa la stessa cosa per la scuola. Secondo me questa non è una discussione sul contenuto ma è soltanto un modo di fare battaglia politica un po’ fine a sé stessa, quindi il primo punto era questo: non finire nel minestrone. Il secondo era sulla questione del volantino. Il volantino l’ho visto in una fotografia, l’ho trovato di cattivo gusto, non sono d’accordo e non l’avrei fatto, dopodichè era un volantino carnevalesco e quindi anche in qualche modo comprensibile. Ma io non entro tanto in questo discorso perché non compete a me giudicare quello che loro fanno. lo non lo avrei fatto, e se uno me lo chiedesse, proprio dal punto di vista della comunicazione è un errore. Sui contenuti, nel carnevale si può anche ironizzare e scherzare, è una tradizione di tutto il mondo e di tutti i tempi, però per me la questione principale era la questione comunicativa.>>

-Ci sono delle voci che dicono che lo stesso Guerra, se non sia intervenuto direttamente, abbia per lo meno influito sulla decisione, è vero?

<<Non ha influito nel senso che, mentre è successa questa cosa, mentre telefonavamo eccetera eccetera, io accompagnavo Guerra e l’assessore dello sport Bosi perché cominciava l’assemblea, quindi ne ho parlato anche con loro. Lui mi ha semplicemente detto che era già intervenuto la sera prima e cosa ne pensava, cioè il fatto che aveva preso le distanze dicendo che secondo lui era un errore fatto da loro proprio in un momento importante in cui stavano accordandosi per trovare una soluzione alla questione degli spazi che sono dell’università, e quindi un po’ un errore di comunicazione. Io chiedo sempre tanti pareri perché non voglio mai agire da solo, e in questo caso ho chiesto anche a lui, però poi abbiamo deciso noi, nel senso che lui stesso ha detto: “ognuno decide per sé”.>>

-Io sono andato dai ragazzi di ArtLab, i quali mi hanno detto di aver chiesto senza successo di trasformare il gruppo assembleare in un momento di dibattito su quello che era avvenuto. E’ vero?

<<Sì in realtà questa era la nostra proposta. Le due cose da cui siamo partiti: la prima era facciamoli venire e parliamo di quello che è successo, cosa che però mi dispiace perché il regista che ha fatto il film è da mesi che cerca di presentare questo film in un’assemblea, e quindi mi dispiaceva anche dire:“del film non ce ne frega niente, parliamo di quello che è successo”. Invece secondo me l’assemblea era sul film e bisognava parlare del del film oltre a quello che era successo. Quindi in realtà era una delle proposte che volevamo fare noi per dire:”ok trasformiamolo”.

-Perchè non avete fatto subito l’assemblea sul dibattito?

<<Era una buona idea, però secondo me il messaggio che sarebbe stato colto è:”hanno augurato la morte alla Meloni,- che poi non è vero, non è così eccetera, però questo è il messaggio che è uscito dappertutto- in più la scuola pubblica gli dà pure il palcoscenico per parlare”. Nessuno sarebbe andato a guardare che questo era un momento di riflessione critica, avrebbero semplicemente detto:”hanno fatto quello che volevano e la scuola pubblica e gli dà il palcoscenico”. Quello non lo volevo, perché come al solito nessuno ha tempo di approfondire le cose ma soltanto di vederle da molto fuori, e secondo me la soluzione subito prospettata era di farlo il mese dopo,e di farlo fuori da questa polemica. Questa secondo me è una soluzione sensata, perché se io avessi detto:”no non li vogliamo più vedere” allora sarei d’accordo con te, ma così no.>>

-Ho chiesto ai ragazzi di ArtLab se avessero qualcosa da chiederle, e mi hanno scritto questo:”[vedi ultima domanda sopra]”. Ha commenti su questo o vorrebbe chiedere qualcosa ad ArtLab?

<<No io sono fondamentalmente d’accordo. Allora partiamo da questo presupposto: le assemblee sono responsabilità dei rappresentanti d’istituto e del comitato, dopodiché è chiaro che c’è anche una responsabilità del dirigente perché per legge il dirigente è responsabile della comunicazione esterna della scuola. Quindi tutto quello che ha a che fare con la scuola in qualche modo deve essere concordato con me. Esempio: i rappresentanti della scuola decidono di invitare una persona che avrebbe un impatto molto negativo o è particolarmente ostile o ha delle posizioni razziste evidenti, io posso dire:”no, quello a scuola non lo ospito, oppure lo ospito con qualcuno che sia in grado di discutere con lui”, perché alla fine la titolarità, la responsabilità sulla comunicazione esterna, che vuol dire l’immagine, la linea, i principi, quello che si dice, eccetera, è mia. Però invece la responsabilità dell’organizzazione dell’assemblea è dei rappresentanti. Ma visto che il mondo appunto è complesso, ci deve essere sempre un accordo o almeno una discussione, per cui in certi casi c’è anche una discussione in cui posso dire:”ok io non sono tanto d’accordo, però proviamo, facciamolo”. La discussione serve ad essere consapevoli delle sfumature, perché non succede mai che le cose siano in un modo oppure in un altro. Questo per la questione generale, nello specifico la prima proposta è stata:”venite il 22”, e tra l’altro il regista mi ha chiesto se fosse possibile fare un’assemblea un po’ più lunga per dare lo spazio al film e alla discussione, e abbiamo detto:”sì facciamola un po’ più lunga”. La cosa evidente è che la scuola deve essere un luogo in cui le persone si devono sentire libere di esprimersi, non deve essere un luogo che in qualche modo viene “strumentalizzato”. Al di là di qualsiasi cosa che io posso credere o pensare sul Governo, sulla politica migratoria, sulla omotransfobia, su tutti questi temi di cui loro si occupano, io come persona, io come istituzione, devo garantire che ci sia la pluralità e la possibilità di tutti di esprimersi. Quindi è molto sottile il confine che c’è tra venire a discutere di una cosa e chiedere che una scuola sposi completamente il tuo punto di vista, perché sicuramente anche tra di voi ci saranno pensieri diversi, ragionamenti, eccetera, quindi si deve creare uno spazio per il dibattito, e il dibattito deve essere plurale. La scuola gli unici principi che può sposare sono quelli della Costituzione, che ce n’è già abbastanza soprattutto su quei temi, quindi per me va bene, io non ho niente in particolare da chiedere a loro e sono contento di riceverli. L’unica cosa: non trasformare il piccolo palcoscenico della scuola in un luogo in cui “sparare” contro qualcuno, oppure, se uno lo fa, lo fa sapendo che esprime la sua posizione e non quella della scuola.>>

Sotto è riportata la breve intervista fatta a Sebastiano Furlotti, rappresentante di istituto, per telefono.

-Chi ha deciso di annullare l’assemblea?

<<E’ stata una decisione che ha trovato d’accordo rappresentanti, preside, alcuni rappresentanti dei docenti e alcuni alunni.>>

– Avete deciso di annullarla a causa dei contenuti del volantino o della reazione mediatica che questo ha provocato?

<<A causa dei contenuti del volantino e alla reazione mediatica che avrebbe suscitato. Dobbiamo essere chiari nel dire che le motivazioni sono state legate alla diffusione di un volantino oggettivamente non condivisibile e che il rischio era appunto quello di mettere in secondo piano l’esperienza positiva di ArtLab>>

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