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FASHION WEEK: IL MEGLIO DI MILANO E PARIGI

Data: 16 Ottobre 2022

Di: Jona Muca e Fatima Lenesio

Ci mettiamo nei panni di Anna Wintour (purtroppo non letteralmente) per giudicare le collezioni di alcuni brand: quelli che ci hanno colpito di più. Portiamo quindi anche voi in questo viaggio (sempre non letteralmente, perchè simpatici sì ma poveri anche) tra  passerelle colorate, modelle che sembrano uscite da libri fantasy e i direttori artistici che le hanno vestite. 

Per chi non lo sapesse, La fashion week è un evento dell’industria della moda che dura circa una settimana e permette agli stilisti e alle case di moda di presentare le  ultime collezioni ed al pubblico di realizzare quali siano le ultime tendenze. Le settimane della moda più importanti si tengono a Milano, Parigi, Londra e New York

Partendo da Milano, il brand che personalmente mi ha colpito di più è stato Gucci, che ultimamente sta avendo sempre più popolarità, spinto soprattutto da celebrità come Harry Styles, Lana Del Rey e Billie Eilish, che non perdono occasione di indossare le opere di Alessandro Michele. Il brand, quest’ anno, nella collezione primavera/estate 2023 si è distinto sia per gli abiti, che per la scelta dei modelli. Michele, direttore creativo di Gucci, per questa collezione sembra aver preso ispirazione da varie culture ed epoche diverse, ricordiamoci che lui si definisce anche storico, per non parlare poi del tema della sfilata, ovvero il “doppio” e i riferimenti alla sua infanzia. 

Se prendiamo questa immagine, possiamo notare, per prima cosa, il colore rosa, da me molto apprezzato, più avanti ci saranno molti outfit di un unico colore, total black, total white, ma perchè no, anche total purple e così via. Sta forse tornando la moda degli outfit monocromatici? cosa ne pensiamo? Beh è sicuramente più facile fare gli abbinamenti. Notiamo anche il copricapo, oserei dire che quasi richiama le parrucche dell’antico Egitto, purtroppo non sono riusciti a trovare la vera Cleopatra da far sfilare in passerella, ma non si sono fatti problemi a rubarle la parrucca. Interessante anche il tocco animalier: parlo sia dei collant che della borsa (i Gremlins fanno parte della categoria animalier?) Questi, per gli ignoranti come me che non hanno visto il film, sono peluche alieni che, bagnati di notte, creano cloni malvagi, riportandoci al tema del doppio.

Nella collezione sono presenti più volte, questi occhiali con i brillantini che penzolano, scomodi? immagino di sì, Belli? Anche. La cosa su cui il nostro occhio si sofferma di più è la scritta Fuori!, che no, non è un invito poco carino ad andare via per il pubblico, ma è l’acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, associazione con cui Alessandro Michele è cresciuto e ha quindi voluto omaggiare; ma ora mi sorge una domanda, se non sapeste il significato della scritta e il brand, indossereste questa felpa? 

Come dicevo prima, questa collezione prende un po’ da diverse culture, 

e direi che il tocco estremo oriente(Cina, Giappone, quelle zone lì, per chi non avesse studiato geografia alle elementari) si vede bene e direi che la bravura di chi lavora per Gucci si vede in abiti come questi, con tagli e modelli che ci danno un assaggio di queste culture, rielaborando però l’abito, dandogli una sua personalità, con colori sgargianti e stampe floreali, riescono a rimanere eleganti e interessanti, senza sembrare dei costumi di Carnevale altamente discutibili comprati su Shein. Alessandro Borghese direbbe “mi piasce, voto: diesci” e io sarei d’accordo. 

L’ultimo outfit, sempre monocromatico, ha fatto il giro delle riviste e onestamente è forse quello che mi ha colpito di più. La bellezza del colore, che sicuramente attira l’occhio, ma pur rimanendo delicato, così come il tocco animalier sotto la gonna, che traspare ma non si nota subito, delicati sono anche gli orecchini, nonostante siano grandi e probabilmente pesanti riescono a essere un dettaglio semplice, avendo un colore chiaro che si mischia con il biondo pallido dei capelli delle modelle, per poi sfumarsi e quasi mimetizzarsi con l’azzurro del vestito. A me sembrano quasi delle sirene uscite dall’acqua.

Avrete notato che in ogni foto ci sono due modelli identici, questo perché, come dicevo prima, il tema della sfilata è il doppio, infatti sono state scelte 68 coppie di modelli per la sfilata, che però non hanno sfilato insieme. All’entrata, il pubblico veniva inconsciamente diviso in due sale, nelle quali sfilavano i gemelli, uno da un lato, uno dall’altro. Solo alla fine è stato tolto il muro divisorio, lasciando sotto shock il pubblico e i gemelli si sono riuniti mano nella mano per la chiusura della sfilata, rivelando quindi il loro doppio. Ma perché questo tema? I motivi sono due: Alessandro Michele è cresciuto con due madri, quella biologica e la sua gemella, le due erano così legate da continuare a vivere insieme anche da adulte; il secondo motivo è più profondo, Michele afferma che ognuno di noi ha un “altro” dentro e che dobbiamo entrare in contatto con ogni versione di noi stessi per conoscerci al 100%. Credo che l’idea di usare dei gemelli sia geniale e una volte rivelato il doppio show, diventi anche emozionante e commovente (o forse sono io che piango per tutto)

Quindi cosa ne pensiamo di questa collezione primavera/estate 2023? e cosa ne pensiamo dello show? Se foste Miranda Priestly che voto dareste a questa sfilata? (Il blu ceruleo non c’è ma ci accontentiamo dell’azzurro pastello, ok?).

È arrivato il momento di passare ad un’altra capitale della moda europea, Parigi.

C’è da ammettere che anche qui, con una vastissima scelta di brand incredibili, quando mi è stato richiesto di sceglierne solo uno di cui parlare sono rimasta abbastanza spiazzata ma successivamente valutando le varie opzioni, quello che mi ha colpito di più è stato senza dubbio Dior.

La stilista italiana Maria Grazia Chiuri è ormai alla guida del brand da ben sei anni e in questa collezione ha deciso di ispirarsi ad un’altra donna italiana in terra francese, Caterina De’ Medici; una sorta di prima influencer della storia che influenzò con i suoi i suoi gusti e la sua cultura italiana la Francia, ai tempi uno dei Paesi più potenti d’Europa.

Una collezione che parla di donne e potere, ma anche di libertà.

“Un potere che”, spiega Maria Grazia Chiuri, “le donne vivono come un aspetto comunitario, diversamente dagli uomini per cui diventa unicamente un’affermazione personale. Ed è per questo che assume un’accezione positiva perché messo a disposizione della comunità.”

Una collezione che è quindi sintesi tra potere e libertà, come la moda stessa, da sempre espressione di un ruolo sociale ma anche linguaggio delle libertà.

Lo show vede un tripudio di calzette, corsetti, pizzi e abiti scuri a cui si abbinano alla perfezione codini bassi e un make up focalizzato sugli occhi e sullo sguardo.

Se devo essere sincera ho trovato questa collezione veramente unica, non soltanto per la bellezza degli abiti ma anche per il tema della sfilata, il rapporto tra donne e potere credo sia davvero qualcosa su cui tutti dovremmo riflettere e soprattutto dovremmo farci delle domande, Com’è al giorno d’oggi essere donna? Le donne hanno le stesse possibilità degli uomini di avere successo?

Trovo che questa collezione sia veramente elegante e di classe ma che allo stesso tempo renda perfettamente la forza della donna e la sua bellezza e grazia in tutte le sue forme.

Riporta gli abiti del rinascimento francese in chiave moderna e soprattutto di tendenza, visto il “boom” che hanno fatto ultimamente i corsetti (e io personalmente ne vado pazza).

Inoltre trovo le gonne con la struttura rigida veramente meravigliose, specialmente ornate da quei ricami spesso floreali.

L’outfit dell’intera collezione che mi è piaciuto di più, è senza dubbio questo.

È elegante e soprattutto sta d’incanto alla modella, mi ha colpita particolarmente la collana che raffigura un serpente che scende verso il petto di lei, per me quel serpente indica la forza di una donna e la sua intraprendenza, ma anche le difficoltà della vita che noi donne dobbiamo attraversare.

Mi sento di fare i miei umilissimi complimenti a Dior e Gucci per queste sfilate sensazionali, non avrei potuto desiderare di meglio!

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L’unica cosa che mi rimaneva era quella serata.
Dopo tanto tempo, come sarebbe stato? Avevo paura, una paura folle, perché quella sera volevo essere felice, soltanto felice, ma la vita mi aveva insegnato che le cose belle sono destinate a finire.
Arrivata davanti alla porta del locale, il mio pugno intirizzito batté due volte. Rumore di passi. Ero ancora in tempo per andarmene.
Il volto di Jamie mi aprì.
Dio, se era alto. Alto fino al cielo, non l’avevo mai notato prima. La luce nei suoi occhi, ormai, si era spenta. Ma stava cercando di accenderla di nuovo, solo per me.
“Ciao.”
“Ciao. Posso entrare?”.
Lui aprì la porta. Ci guardammo, poi avanzai, a piccoli passi. E crollai fra le sue braccia, a piangere in silenzio.
Quando mi addentrai nel locale, vidi che molte cose non c’erano più. Le sedie, i tavoli erano rimasti, ma arrugginiti. Il biliardo non c’era più, la piccola biblioteca era vuota, completamente vuota.
Loro, però, c’erano.
Sei ragazzi in totale, una stampella, qualche benda, sudore che colava dalla fronte, sei paia di occhi stanchi.
Però, c’erano. Erano, lì, cambiati. Lily aveva i capelli più corti, Toby aveva perso qualche pezzo, il silenzio era pesante, terribile.
Mi avvicinai, presi un bicchiere e, con le mani tremanti, lo sollevai.
“Ai sopravvissuti.” Sussurrai.
Il silenzio si trasformò in sei enormi sorrisi, sorrisi stanchi, ma brillanti, ma vivi.
Vivi, vivi…eravamo vivi!
Robert si sedette e iniziò a suonare. Una musica allegra, a tratti struggente, pervase l’aria. Jamie mi prese per mano, mi fissò, poi cominciò a ridere.
Eravamo bambini piccoli, che muovevano i primi passi nel mondo, passi di danza, imperfetti, imprecisi, ma veri, vivi, e soltanto nostri.
Quando Robert smise di suonare, la musica non si fermò. Continuò all’infinito, inondando tutta la città, tutto il mondo, fino a riempire il nero della notte.
Eravamo tornati.

Elena Mora

16/10/2022|Categorie: Eureka|Tag: , |