Ben Pastor: l’arma del linguaggio
Data pubblicazione: 13 Dicembre 2021
Scritto da: Jacopo Martini, Federico Paterlini e Virginia Pellicelli
“Ho sempre pensato che la lingua sia un’arma, so che è un linguaggio un po’ militaresco, ma io scrivo di soldati […] e abbiamo maledettamente bisogno di armi in un mondo che è così complesso. La conoscenza delle parole, della lingua, del linguaggio appunto, è lo strumento più importante per non cadere vittima del sistema”.
Così esordisce la celebre scrittrice di romanzi gialli Ben Pastor (pseudonimo di Maria Verbena Volpi) nell’incontro che si è tenuto nel nostro liceo martedì 30 novembre 2021. Ci viene presentata prima che come scrittrice o storica, come un’archeologa che, come tale, prima di scrivere, scava. Scava nel passato, in vite ed epoche quanto più distanti dalle nostre, in usanze e tradizioni più diverse. È nata e ha vissuto la sua giovinezza in Italia; in seguito, ha lavorato e costruito una famiglia negli Stati Uniti, dove in parte vive ancora tutt’oggi. Eppure, con il suo caratteristico stile conciso e pungente, con un periodare semplice ma incisivo, scrive di un cittadino romano del 300 d. C e, contemporaneamente, di un ufficiale dei servizi segreti nazisti degli anni ‘30 del secolo scorso; il tutto con una minuzia di particolari storici che solo un’accuratissima documentazione e ricerca, un vero e proprio scavo, appunto, possono giustificare.
Ben Pastor ci parla di lingua, dell’importanza che la conoscenza del linguaggio ha non solo nella vita di uno scrittore, ma anche in quella di ognuno di noi. Viviamo in un’epoca nella quale “il sistema”, come lo definisce Ben Pastor, non ci vede più come uomini e donne persone, ma come uomini e donne acquirenti. E l’unico mezzo di cui disponiamo per essere consapevoli della realtà e non farci ingannare, è la padronanza del linguaggio, che ci permette di cogliere ogni messaggio apparentemente celato.
“You can’t tease someone who knows” (“Non puoi prendere in giro qualcuno che conosce”). Emerge proprio da queste parole la valenza della lingua come arma, come strumento di difesa. Contrariamente l’ignoranza consegna l’individuo nelle mani di un populismo, che, al giorno d’oggi soprattutto, risulta sempre più largamente diffuso nei mezzi di informazione. Non è un caso, infatti, che ancora tutti i regimi dittatoriali fondino il loro potere sullo stato di ignoranza della popolazione.
È agghiacciante, dunque, il dato secondo il quale in Italia il 70% della popolazione si troverebbe a rischio di analfabetismo di ritorno. “Ciò vuol dire”, prosegue Ben Pastor “che solo il 30% sa quello che legge, che solo il 30% non si ferma al titolo”, facendo riferimento, ad esempio, alle numerose notizie sulla pandemia che sono state e vengono ancora fraintese. Ci stiamo quindi sempre più avvicinando a quell’abisso, dal quale è difficilissimo tornare indietro, dell’ignoranza di massa, che non è più causata dalla povertà, dalla mancanza di mezzi, come poteva avvenire nel Dopoguerra, ma dal disinteresse e dall’indifferenza.
Viaggiare, cambiare nazione, vivere in culture diverse, studiare lingue lontane: è questo l’invito che fa Ben Pastor, di andare oltre l’orizzonte che ci si prospetta ogni giorno, rivolto non solo ai giovani, ma a tutti coloro che vogliano uscire dalla prigione dei luoghi comuni. Sono proprio i luoghi comuni la massima manifestazione di questa ignoranza di massa e di superficialità che caratterizza i nostri tempi.
A tal proposito, facendo riferimento alla teoria del sociologo francese Marc Augè, Ben Pastor definisce questi luoghi comuni dei “non luoghi”. Infatti, se definiamo come “luogo” uno spazio di aggregazione, nel quale c’è uno scambio affettivo o culturale, il “non luogo”, al contrario, ne identifica uno che, anche se di per sé esistente, è quanto di più anonimo. Ed è proprio da questo anonimato che bisogna fuggire tramite l’unico strumento che abbiamo a disposizione, ovvero la conoscenza.
“[…] il mio augurio è quello che possiate vivere svegli, anche se in molti vorrebbero che voi dormiste. Voi in particolare dovete vegliare più degli altri, perché vi consegniamo un mondo complesso e difficile da leggere. Ricordate che all’uomo e alla donna sveglia nulla potrà mai accadere senza che non ne siano consapevoli”.
Termina con queste parole l’incontro con Ben Pastor, con l’invito ad essere sempre vigili, desiderosi di conoscere e di esplorare, per non addormentarsi nella superficialità dei non luoghi comuni.
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