SE TU VIVESSI IN RUSSIA SAPRESTI…O FORSE NO CHE
Data: 22 Aprile 2022
Tag: Attualità
Di: Eloisa Marvasi
Vladimir Putin è un moderno dittatore.
Ritengo di poter fare simile affermazione laddove il concetto di dittatura sia supportato dalle caratteristiche che concorrono a definirlo.
A tale fine mi presto ad analizzare se presenti nella presidenza Putin:
1)- accentramento del potere, con eliminazione dei partiti di opposizione e di ogni forma di dissenso;
2)- isolamento del Paese mediante politiche di autoproduzione;
3)- culto della figura del “capo” con immagini e propaganda;
4)- rappresentazione del “capo” quale pater familias attraverso l’éscamotage del raggiungimento del benessere del popolo, non come fine, ma come mezzo per ottenere il consenso;
4)- cumulo di beni a discapito del benessere collettivo.
Va da sé che prima di trattare i punti che mi sono prefissata, occorre una breve analisi della vita di Putin, finalizzata a comprenderne come i risvolti della sua ascesa al potere possano averlo portato alla posizione in cui si trova.
Vladimir Putin nasce a Lenigrado il 7.10.1952 e si laurea giovanissimo in giurisprudenza.
Dal 1999, dopo aver abbandonato la direzione dei Servizi Segreti Federali (KGB), comincia la sua ascesa politica diventando primo ministro su nomina dell’allora presidente Boris El’cin che palesemente dichiarò di vederlo come suo successore in quanto uomo d’azione per essere intervenuto con risolutezza nella seconda guerra cecena all’esito della quale la Cecenia divenne russa.
Dal 2000 (la sua prima elezione coincide con le accorte dimissioni di Boris El’cin) e sino al 2008 diviene presidente della Russia; non potendo rivestire un terzo mandato consecutivo, viene nominato primo ministro della Unione Russia-Bielorussia; nel 2012, viene nuovamente rieletto presidente e, magicamente, in questo periodo viene approvata una legge elettorale che aumenta il mandato da quattro a sei anni.
Dal 18.03.2018 ricopre, per la quarta volta, la carica di presidente.
Passando all’analisi delle caratteristiche che concorrono a definire un leader come dittatore, posso affermare che:
1)- vi è sicuramente in capo a Putin un forte accentramento del potere con eliminazione di ogni forma di dissenso.
Ciò è avvenuto in progressione costante: nel 2000, acquisisce il potere di revocare il mandato ai capi del sette circondari federali; dal 2000 riesce a fare approvare numerose leggi che consentono di introitare all’arsenale militare-industriale fondi derivanti dalla vendita di materie prime; nel 2001 promulga una legge che modifica in meglio le garanzie per i presidenti e loro famigliari; nel 2004 ottiene la modifica sulla legge di elezione dei governatori regionali facendo sì che le nomine siano di diretta promulgazione del presidente; nel 2008-2012, anni in cui riveste la carica di primo ministro, ottiene un rafforzamento dei poteri gestendo in prima persona la crisi con la Georgia e curando personalmente i rapporti con la Turchia di Erdogan e l’Ucraina.
Vi sono fatti gravi di eliminazione fisica di dissenzienti dei quali è sospettato o addirittura accusato di essere il mandante.
Nel 2006 è accusato dell’omicidio dell’ex colonnello Litvinenko (ufficialmente deceduto causa radiazione da polonio).
Vari dissenzienti imputano a suoi ordini l’uccisioni di almeno ventuno giornalisti e scrittori (Anna Politkovskaja secondo le dichiarazioni dello stesso Litvinenko e Natalia Estemirova che scriveva delle torture ed abusi commessi in Cecenia dalle truppe russe).
2)- A livello economico, la prima fase del governo Putin si incentra su politiche di autoproduzione mediante varie leggi che: riducono le importazioni dei generi di consumo; massimizzano le esportazione di energie (gas e petrolio) attraverso una regolamentazione del sistema bancario e delle imprese che, di fatto, vengono annesse al sistema.
Chiaro è che una politica di autoproduzione porta, inevitabilmente, al collasso dell’economia: poiché non vi sono disponibilità per l’acquisto di generi voluttuari, si riduce la domanda di acquisto che finisce per incidere, negativamente, sulla crescita economica del Paese.
3)- Si è formato, attorno a Putin, un vero e proprio culto del capo (già visto in un passato più o meno recente in Italia con Benito Mussolini o in Libia con Muammar al Qaddafi).
Putin appare in ogni occasione come uomo forte e dotato per avere praticato arti marziali (ne ha scritto anche un libro “Judo con Vladimir Putin”).
Nel 2001, una tv russa iniziò la vendita di una grande quantità di suoi ritratti; nel 2002 una canzone pop titolata “Voglio un uomo come Putin” raggiunse il vertice delle classifiche russe; numerosissime sono le sue apparizioni televisive specie in occasione dei suoi altrettanto innumerevoli viaggi all’Estero.
Nel 2007, a riprova di quanto detto, in occasione di una intervista, solo il 38% degli intervistati negava l’esistenza del culto della personalità del capo.
4)- Vladimir Putin si presenta come un pater familias garante della unificazione delle immense terre russe e paladino della loro pace.
A dire il vero, le leggi che è riuscito a far promulgare o a far approvare dicono il contrario visto che sono sistematicamente finalizzate alla soppressione di diritti fondamentali della persona: nel 2015, una legge vieta alle ONG di compiere attività indesiderate, pena il congelamento dei patrimoni delle stesse e la incriminazione dei loro dirigenti; nel 2013, una legge ha vietato le “relazioni sessuali non tradizionali” (seppure rivolte ai minori) e definito crimine le manifestazioni riconducibili al “gay pride”.
Sistematicamente, vengono insabbiati fatti che “attentano” alla personalità del leader (poco si sa dell’affondamento del sommergibile nucleare che ha portato a morte oltre 100 membri del suo equipaggio).
5)- Enormi ricchezze denotano l’accentramento di potere in capo a Putin.
Secondo alcuni, il suo patrimonio si attesta a duecento miliardi di dollari. Se ciò fosse confermato, sarebbe l’uomo più ricco al mondo.
A carico di Putin vi sono accuse di peculato per l’eccesiva quantità di beni immobili e mobili di cui gode a spese dello Stato.
Dal 1992 possiede (seppure attraverso una società cooperativa di cui è socio insieme ad alcuni familiari) una dacia di settemila mq vicino a Leningrado.
Più di recente, è stato accusato di aver fatto edificare una sua residenza personale sul Mar Nero, addirittura di dimensioni maggiori rispetto al Cremlino, costata un miliardo di euro.
In conclusione, se quelle elencate ed analizzate sono le caratteristiche che concorrono alla definizione di dittatura, Vladimir Putin ne è sicuramente un degno quanto inarrestabile rappresentante.